Finora quelli del  sud si sono accontentati di una forma di protesta civile : hanno fondato “Mo Bast!” e la Federconsumatori ha raggruppato un centinaio di associazioni e movimenti raccogliendo centomila firme per una petizione. 

Presto parleremo di Federconsumatori Campana e delle iniziative che sta portando avanti.  “Mo Bast!”, in particolare, ha presentato 400 denunce alla Procura della Repubblica di Napoli e con Federconsumatori  ha mobilitato l’Unione europea sulla “questione razziale” creata dalle imprese assicurative per aver spezzettato l’Italia in tanti territori diversi. Cosicché, per il solo fatto di essere napoletano o salernitano, anziché  milanese o valdostano, paghi la polizza di un’auto 3.734 euro anziché 1.746 e un  ciclomotore  1.429 euro anziché  357 . Quattro volte di più.  Le Compagnie, cioè,   hanno riportato indietro  l’Italia  di mille anni quando, solo per entrare e per uscire da un feudo, bisognava pagare un fiorino (chi non  ricorda Benigni e Troisi in “non ci resta che piangere?”). Forse bisognerebbe rispondere alle Compagnie con la stessa espressione colorita di Troisi e tanto amata da Grillo…

Battute a parte, il problema è davvero grave anche perché il calo delle vendite di auto e moto ha generato un gravissimo effetto domino sull’economia dell’intera regione e sta mettendo a dura prova la proverbiale pazienza dei napoletani i quali (alcuni dei quali)  si sono arrangiati … non assicurandosi.  Veramente non sono solo i napoletani ad aver risolto  così perché, secondo l’Istat,  in Italia circolano quasi otto milioni di veicoli  senza assicurazione. Quattro milioni sono auto .

Bilanci truccati?
Di chi è la responsabilità di questo allarmante nuovo fenomeno tutto italiano?  Naturalmente, in primis, è di chi circola senza assicurazione, ma subito dopo la responsabilità va divisa in parti uguali tra le imprese assicuratrici, gli organi di controllo dello Stato e il Governo . Il perché lo abbiamo scritto più volte. Le Imprese probabilmente barano: nel gonfiare i sinistri, nello scaricare sulle tariffe ogni tipo di nefandezza che non riguardi gli assicurati: dalle sanzioni comminate dalle Autority, alle truffe più o meno fantasma. Ma è soprattutto nella redazione dei bilanci  e nelle misteriose elaborazioni delle tariffe (Golem 26 aprile e 10 maggio), che nessuno ha mai veramente controllato, dove probabilmente si annida il vero problema del caro polizze. Cosa succede nel chiuso delle “botteghe” assicurative nel lasso di tempo che intercorre tra la redazione dei bilanci e la pubblicazione dei registri bollati…..?  Perché i “bollati” non vengono inseriti in un supporto digitale?… (presto cercheremo di chiarire il mistero).

Giornali distratti
Ciò che ci ha colpiti, lo sentirete dalle amare parole di Mario De Crescenzio di “Mo Bast!”, è la sostanziale distrazione della stampa sulle  importanti  iniziative di questo movimento napoletano che pure, anche in collaborazione con  Federconsumatori,  è una vera fucina di idee e di iniziative. Denunciare le Compagnie alla Procura della Repubblica vi pare una cosa da poco? No, è un fatto storico, mai successo prima. Un fatto che, se la sentenza fosse loro favorevole, potrebbe avere ripercussioni imprevedibili nel mondo delle assicurazioni. Per questo siamo convinti che, in un’area dove la polizza di un autocarro o un autobus costa 10 – 20.000 euro ( e il comune , non ha i soldi per assicurarne parecchie decine), dove per assicurare un taxi ce ne vogliono 4.000 , dove i concessionari di auto e moto non vendono un solo pezzo (spesso un ciclomotore costa meno della polizza), dove decine di agenzie assicurative e di centri  di liquidazione danni hanno chiuso i battenti, ogni iniziativa meriti il massimo della visibilità. A Napoli si sta giocando una partita durissima nella quale sono in gioco giustizia, trasparenza, uguaglianza e correttezza, cose, queste, che non sempre ritroviamo nel comportamento delle Compagnie.

L’Intervista
mario de crescenzio
Nel presentarvi “Mo Bast!” , la volta scorsa abbiamo incontrato l’avvocato Bozzelli, primo firmatario delle denunce contro le assicurazioni. Oggi parliamo con Mario De Crescenzio, imprenditore e cofondatore del movimento .

Mario, ci parli del suo movimento. Com’è nato? Quali obiettivi si propone?
Mo Bast! (in napoletano “Ora Basta”) nasce grazie al senso civico e spirito di ribellione di alcune persone, semplici cittadini ci teniamo a precisarlo, non legati ad alcun colore politico, né ad alcuna sigla sindacale, che, stanchi di subire la discriminazione tariffaria di natura  territoriale attuata dalle compagnie assicurative nei confronti dei cittadini meridionali in tema di RC Auto, si sono riuniti ed hanno costituito questa associazione culturale per attuare forme di protesta contro tale discriminazione e dare ai milioni di cittadini meridionali  vessati dalle Compagnie, un riferimento al quale potersi rivolgere per ottenere consigli, in maniera assolutamente gratuita, in materia di problematiche  legate alla gestione del rapporto utenti-compagnie assicurative.

In quanti siete?
L’Associazione, utilizzando il più possibile gli strumenti informatici, può contare su circa 100 attivisti “reali”, 3.100 circa “fan” ovvero persone che manifestano il loro apprezzamento sulla “Fan Page di Facebook” e circa 25.000 persone registrate sul Gruppo Facebook, utilizzato a mo’ di forum in cui ricevere feedback dalle persone e dare consigli in merito alle problematiche correlate alle assicurazioni e dintorni. Naturalmente l’obiettivo che perseguiamo è la riduzione tariffaria  o meglio la cancellazione di ogni forma di discriminazione territoriale, ma  oggetto delle attività dell’associazione è anche incontrare e informare i cittadini ,con appositi documenti, su come difendersi da spregiudicate compagnie assicurative che vessano gli stessi.

Ci parli di quella storia alla Commissione europea….
Ci siamo rivolti alla Commissione Petizioni al Parlamento Europeo poiché l’origine dei problemi tariffari nel meridione, e in tutta Italia, è cominciata con l’entrata in Vigore (1 luglio 1994) della direttiva comunitaria 92/49/CEE il cui scopo, ottimo sulla carta, come ha scritto lei nel suo precedente articolo, era  l’eliminazione delle tariffe imposte fino ad allora dagli Stati membri, per creare i presupposti per un mercato in libera concorrenza, e quindi ottenere l’abbassamento dei prezzi.

Ma….
Questo  è avvenuto negli altri stati membri,  ma in Italia, e nel meridione in particolare,  è avvenuto l’esatto opposto. La nostra denuncia alla UE riguarda proprio questo aspetto .

Perché in Italia è andata male?
Secondo noi è per colpa di una classe politica a dir poco compiacente (con le Compagnie assicurative N.d.R.),  che non ha emanato leggi adeguate a tutela dei cittadini, e perché gli organi di controllo non hanno controllato come avrebbero dovuto.

Che ha detto l’Europa?
Nello sviluppo della discussione della petizione siamo stati ricevuti in audizione la prima volta il 20 dicembre del 2011 ed una seconda volta il 12 luglio del 2012. La seconda volta è perché in quella data denunciammo l’assoluta mancanza di chiarezza nella determinazione delle tariffe da parte delle Compagnie che ignoravano le statistiche ufficiali pubblicate da ISVAP (ora IVASS) e ISTAT.
In quella sede, inoltre, facemmo rilevare come il richiamo alla direttiva comunitaria da parte del MISE (Ministero dello Sviluppo Economico n.d.r.), per non applicare la legge sulla tariffa unica, APPROVATA nel decreto liberalizzazioni, fosse del tutto ingiustificato. Ma il Dott. Nava, esponente
 della commissione affari finanziari della Commissione Europea, rispose che le differenze tariffarie legate al parametro della residenza erano sancite da 2 sentenze ( 346/02 e 347/02 ) della Corte di Giustizia Europea, stroncando di fatto la nostra argomentazione. Peccato, però che, recuperati i testi, abbiamo scoperto che le sentenze non dicevano quanto affermato in audizione dal Dott. Nava: davano torto alla commissione europea e ragione agli Stati contro cui la stessa Commissione aveva intentato causa, ma soprattutto non fanno alcun riferimento al parametro della residenza ai fini della determinazione delle tariffe RCA.

Insomma: discriminazione territoriale uguale apartheid…
Sì, ed è quello che dovremmo ascoltare dalla Commissione Petizioni nella sua prossima convocazione.

Dopo di che…
Dopo di che faremo i nostri passi insieme alla giustizia italiana. Già abbiamo presentato 400 denunce alla Procura di Napoli e vedremo cosa accadrà.

Se avrete ragione, il movimento potrebbe ottenere la riduzione dei prezzi Rca non solo in Campania, ma in tutte le regioni del sud d’Italia.
Proprio così. In Italia si pagano le tariffe più alte d’Europa e al Sud tali tariffe, già carissime , arrivano ad essere addirittura del 300-400% ancora superiori, e senza alcuna motivazione realmente documentata da parte delle compagnie assicurative, le quali, speculando sui falsi sinistri (mai documentati nelle sedi atte a farlo), alimentano, come lei ha giustamente scritto (Golem 26 aprile e 10 maggio N.d.R.) , il falso mito di un Meridione truffaldino e ladrone.

Insomma la “questione meridionale” è una questione nazionale….
Assolutamente sì. Quello che accade oggi al Sud, se non si faranno leggi adeguate e non si realizzerà un’ azione di  controllo approfondita, concreta ed efficace, finirà sicuramente per accadere anche al resto d’Italia. Già adesso, con la questione della territorialità, i prezzi illegittimamente diversificati  sono mediamente tarati in alto.

Voi avete presentato 400 denunce alla procura di Napoli, ma questo tipo di reato potrebbe riguardare l’Italia intera. Avete mai pensato di lanciare una raccolta di firme sul piano nazionale?
Data la giovane età del nostro movimento nato solo lo scorso anno, al momento no, ma siamo pronti a mettere a disposizione la nostra esperienza e a collaborare con qualunque associazione o movimento che volesse estendere la protesta ad altre zone d’ Italia.

La legge sulla Rca impone agli automobilisti di assicurarsi e alle Compagnie di non poter rifiutare la vendita della polizza anche a chi è stato “cacciato” (disdettato) dall’impresa assicurativa. Com’è questa situazione al sud?
Una croce. La disdetta e il non tacito rinnovo, per l’assicurato meridionale sono l’inizio di una via crucis. Già trovare agenzie presso cui far valere l’obbligo a contrarre qui a Napoli è un miracolo, visto l’abbandono del territorio da parte di chi poi si lamenta delle frodi….. Si aggiunga che quando si trovano le agenzie – vista la scarsa concorrenza – il cittadino, che  spesso non conosce i propri diritti, si vede proporre preventivi scandalosi redatti da personale istruito affinché il premio sia il più alto possibile ad esclusivo beneficio delle assicurazioni. Le cause di scontro nascono con l’assicurato preparato, consapevole  dei propri diritti e con in mano un preventivo “ufficiale” (Circolare ISVAP 23/2008)… In quel caso si scatena un conflitto d’interessi epocale…. da un lato il cittadino, che cerca di far valere le norme e le leggi che regolano il “mercato”  con l’intento di pagare il meno possibile, e dall’altro l’agente (abile per lo più a vendere polizze RCA che si venderebbero anche da sole visto l’obbligo di Legge), che pensa all’esigua commissione che lo aspetta….. per cui sistematicamente tenta di appiopparti la “polizza conducente” perché “… se si fa male il conducente non viene pagato….”…    

I temi che portate avanti sono di un’importanza straordinaria  eppure pochi i giornali che hanno parlato di voi e di quello che fate. Perché, secondo lei, la grande stampa compresa quella partenopea vi ha quasi ignorati? 
Mi consenta una battuta che a mio avviso fotografa esattamente la situazione in relazione alla domanda che mi ha posto: per godere dei diritti di un normale cittadino, il meridionale è sempre stato costretto ad emigrare e la nostra lotta non ha fatto eccezione. Detto questo ammetto con amarezza che la stampa locale ci ha poco meno che ignorati forse perché , come dicono i latini “nemo profeta in patria”, ma neanche l’emigrazione è andata bene. Non so perché.

Ma i giornalisti non pagano anche loro le salatissime polizze Rca? 
box emailSe dovessi giudicare in base allo spazio che questi giornali  hanno dedicato a noi, dovrei dire che quei giornalisti le polizze le pagano pochissimo…..

A proposito ho saputo che anche Ballarò….
Ballarò alcuni mesi fa, ha registrato una nostra intervista, dando però risalto alle persone che circolano senza copertura  assicurativa, puntando anche il dito sugli stratagemmi ed espedienti (anche da noi condannati)  che, dalle nostre parti, alcuni adottano per risolvere il problema del caro polizza. Sarà un fatto di colore, ma non è questo il vero problema. E comunque, nonostante le nostre insistenze (ammetto, a volte anche polemiche), chissà perché non sono andati ad approfondire la vera causa da cui tutto ciò deriva: le tariffe spropositgabriella gambardellaatamente alte.

Su questo argomento è intervenuta anche Gabriella Gambardella Vice Presidente di “Mo Bast!”.
Quella di Ballarò non fu una semplice intervista.  La giornalista di Ballarò Marzia Maglio,  ci avvisò il giorno prima del servizio chiedendoci la presenza di quante più persone possibili nel mio ex ufficio di Pollena. Erano presenti una trentina di persone. Le testimonianze raccolte furono tantissime, così come le riprese di preventivi assicurativi assurdi. Il servizio era davvero molto articolato per le problematiche denunciate dalla gente, ma non è mai mandato in onda.  La giornalista si giustificò dicendo che la redazione era più interessata e focalizzata sulle le altre problematiche del Decreto Liberalizzazioni di Monti.
Ma anche  “Servizio Pubblico” di Santoronon ci ha mai degnati di un minimo di attenzione. Non le dico le  decine di lettere che abbiamo inviato alla trasmissione. Mai una risposta. 

Evidentemente… non è tutt’oro quel che luce…
Rca – prezzi a confronto

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