Il 10 maggio 2013 potrebbe passare alla storia come data storica nel mondo delle scienza, perché si è finalmente data una risposta all’eterna domanda “cosa è più importante? L’ambiente in cui viviamo o i geni che ereditiamo?”
A quanto pare la ricerca mette fine alle questioni sorte intorno a tale dubbio amletico rispondendo “l’ambiente!”.
Sulla scia della recente ricerca abbiamo riportato gli esempi dei gemelli omozigoti (vedi articolo correlato a questo) ma una questione rimane aperta: anche per quanto riguarda l’uomo e la donna è l’ambiente a creare la differenza?
Come abbiamo visto nel precedente articolo, anche se uomo e donna nascessero con differenti cervelli, l’ambiente avrebbe comunque la forza di renderli simili. Ma a quanto pare in questo caso l’ambiente agisce proprio in modo contrario, amplificando le differenze tra i sessi, perché non dimentichiamo che l’ambiente è composto anche di cultura, una delle più potenti forme di educazione latente.
Iniziamo dalla struttura del cervello.
Neurologia di uomini e donne
Spesso si sente parlare di differenza neurobiologica tra uomo e donna, che seppur minima parrebbe essere esistente. In effetti è stato verificato che gli uomini hanno un area razionale mediamente più elevata di quella delle donne, mentre le donne hanno mediamente maggiore capacità di connessione tra l’emisfero destro e quello sinistro, risultando quindi più intuitive e più abili ad affrontare situazioni complesse, al contrario dell’uomo che è più abile ad affrontare situazioni semplici e standardizzate.
A livello visivo quindi il cervello dell’uomo sembrerebbe presentare un emisfero sinistro più sviluppato di quello destro, mentre le donne sembrerebbero avere i due emisferi sviluppati in modo simmetrico. Infine parrebbe che il cervello degli uomini abbia più corpi neuronali rispetto a quello delle donne (circa il 6% in più) , mentre quello delle donne presenterebbe più assoni rispetto al cervello maschile (circa il 10% in più), ovvero meno corpi neuronali, ma maggiori sinapsi.
Ma è veramente così? Ovvero l’uomo e la donna nascono con cervelli realmente differenti?
Il primo indizio che l’uomo e la donna non siano differenti nel cervello per nascita, come invece lo sono chiaramente per gli organi sessuali, è il fatto che si parla di medie statistiche, quindi vuol dire che esistono uomini e donne i cui valori sono invertiti, dunque la conformazione cerebrale non è legata al sesso biologico. Ma l’indizio forse più importante ce lo danno le ricerche sulla formazione neurologica degli omosessuali.
Neurologia di eterosessuali e omosessuali
E’ stato infatti scoperto che gli uomini omosessuali hanno mediamente un cervello intuitivo simile a quello delle donne, così come le donne omosessuali hanno in media un cervello simile a quello degli uomini ovvero con l’emisfero sinistro (quello della razionalità) più sviluppato.
Come provato dalla ricerca della dottoressaFreund e del dottorKempermann, la differenza neurologica del cervello viene creata proprio dal differente tipo di vita intrapreso, dalla direzione verso la quale si è deciso di orientare il proprio modo di essere, il proprio carattere. Infatti mentre il cervello si mostra plastico e quindi la sua manipolazione ambientale trova riscontro scientifico, lo stesso non si può dire per l’infondata ipotesi che gli omosessuali abbiano un tipo di cervello differente a livello biologico, in quanto le differenze tra raziocinio e intuito non sembrano determinare il gusto sessuale, infatti non si può negare che al mondo vi siano donne razionali seppur etero orientate, così come allo stesso modo vi sono uomini molto intuitivi non per questo omosessuali. Per fare un esempio, non ci risulta fosse omosessuale Albert Einstein pur godendo di genialità intuitiva.
La razionalità dell’uomo e l’emotività della donna
Ma quali sono i motivi che fanno sì che, per quanto riguarda le aree dell’intuito e della razionalità, l’uomo e la donna sviluppino tendenzialmente cervelli differenti?
Queste differenze vengono sviluppate già da bambini in quanto la cultura tende a incoraggiare l’emotività delle donne (base da cui si sviluppa l’intuitività) e a reprimere quella maschile. Così le bambine sono consolate quando piangono, molto più dei maschietti, i quali vengono invece incoraggiati a fare “gli uomini”: e cosa vuol dire fare l’uomo culturalmente parlando? Affrontare i problemi di petto, con raziocinio. Mentre le donne imparano ad affrontarli tramite la sfera emozionale la quale si basa non sul piano logico ma su quello intuitivo.
Così andando avanti nel tempo, anche tramite le prime amicizie le ragazzine continueranno a tralasciare la logica a favore dell’intuito, parlando con le loro amiche di quel che provano, delle loro emozioni; mentre i ragazzini tendenzialmente parleranno di quanto sono stati bravi o abili a risolvere problemi e questioni. Una volta diventati adulti non sembrerà troppo strano che le donne saranno maggiormente orientate sull’emotività e sull’intuito e gli uomini sulla razionalità, con tutte le conseguenze positive e negative che questi due tipi di cervelli porteranno.
Così avremo un popolo maschile razionale, maggiormente abile ad affrontare la vita di tutti i giorni e quello femminile emotivo, dotato del necessario intuito per risolvere problemi fuori dall’ordinario.
Ed ecco spiegata anche la differenza nel numero di neuroni e assoni: il cervello razionale ha sviluppato maggiori neuroni specializzati in soluzioni ben precise, proprio per compensare la mancanza di duttilità degli stessi neuroni, ma al di fuori di questi schemi è meno pronto; mentre il cervello intuitivo ha sviluppato più sinapsi per poter avere diversi modi di risolvere le situazioni a seconda dell’emozione o dell’intuizione del momento, ma dove le situazioni risultino semplici le soluzioni più arzigogolate diventano fuori luogo.
Secondo alcune recenti ricerche questo tipo di struttura sembrerebbe creare differenza anche nella prontezza nel riconoscimento degli errori. Infatti il cervello razionale impiegherebbe più tempo in questo riconoscimento rispetto al cervello intuitivo perché deve controllare meticolosamente prima di decretare che qualcosa sia sbagliato; mentre il cervello intuitivo riconosce prima l’errore perché ha bisogno di meno prove per decretarlo. Sarebbe però interessante anche una ricerca inversa, ovvero quante volte coloro che risultano avere un cervello intuitivo hanno visto errori là dove essi non c’erano. Lasciamo ai ricercatori le risposte.
Modi diversi per arrivare a stesse soluzioni
Ma anche considerando questa differenza, uomo e donna sono poi davvero così diversi?
Se la razionalità può essere usata in modo migliore per risolvere problemi di quotidiana amministrazione non è detto che grazie a questa non si possa arrivare a risolvere quelli più arzigogolati e complessi, allo stesso modo se per risolvere quest’ultimi è più adatto un cervello intuitivo, non è detto che l’intuizione non si possa utilizzare per risolvere problemi di natura quotidiana.
In realtà poiché sia il cervello razionale che quello intuitivo vengono continuamente a contatto sia con problemi ordinari che con problemi straordinari, entrambi i tipi di cervello hanno imparato ad utilizzare le strategie di cui dispongono per arrivare ad una soluzione dei problemi con cui vengono a contatto, semplicemente seguono percorsi differenti, ma la soluzione a cui si arriverà alla fine sarà quella che il proprio cervello considererà, per razionalità o intuizione, la più adatta, dopotutto non potrebbe essere altrimenti dato che con i se e con i ma non si è mai costruito niente.
E per quanto riguarda le capacità verbali e l’aggressività?
Un altro stereotipo largamente diffuso, è quello della maggiore capacità verbale delle donne. Da quanto detto più sopra non dovrebbe stupire come anche questa capacità sia appresa. Basti pensare infatti a quanto le donne siano culturalmente invitate a chiacchierare tra loro, questo è uno dei metodi a loro insegnati già da piccole per risolvere i dolori dell’animo (sviluppando appunto il lato emotivo): “parlane con la mamma” è un espressione che si usa tipicamente con le figlie femmine, mentre “lascia che ci pensi da solo” è un espressione tipica dei padri rivolta in terza persona ai figli.
Infine si è sempre sostenuto che l’uomo avesse innatamente maggiore aggressività rispetto alla donna. In realtà molti studiosi non sono più del tutto concordi con tale affermazione e a dimostrazione concreta di questa perplessità vi è l’incredibile numero di uomini pacifici e di donne aggressive: se si parla sempre di una media statistica, questa non può essere descrizione di diversità reale. Sarebbe come dire che mediamente gli uomini nascono con il pene!
Comunque, che vi sia più o meno aggressività nell’uomo o nella donna questo ormai poco importa, infatti è stato pienamente dimostrato quanto, anche per l’aggressività, influiscano l’educazione, la cultura e l’ambiente in cui si vive.
In conclusione: ancora una volta l’ambiente e l’educazione vincono sul dna, ma la cultura agendo in modo latente vince su tutto creando nuove biologie.