Oggi al Senato i sì sono stati 233 contro i 156 necessari; 59 i no e 18 gli astenuti. Ieri sera alla Camera il governo aveva ottenuto 453 voti favorevoli, 153 contrari e 17 astenuti. Per il nuovo esecutivo ci sarebbe un ampio margine di manovra…
Sessanta giorni di stallo hanno alla fine hanno fatto sì che nascesse un governo Pd-Pdl che già oggi però scricchiola. Se non verrà tolta completamente l’Imu addio al nostro appoggio ha dichiarato Silvio Berlusconi dopo che il ministro Franceschini aveva affermato che la tassa sulla prima casa non sarebbe stata tolta ma solo prorogata.
Il premier Letta ha ribadito che rimangono i punti già enunciati ieri alla Camera: congelamento dell’Imu a giugno, stop all’aumento dell’Iva da luglio, sussidio per le famiglie povere.
Per il tutto servirebbero però 15 miliardi.
E la cosa più curiosa è che nel giorno dell’ampia fiducia al nuovo esecutivo, Piazza Affari registra un bel segno negativo e lo spread inizia a risalire. Queste sono davvero le imperscrutabili ragioni dell’economia come giustamente illustra Luigi Borrelli nel suo articolo del 26 aprile.