Giuseppe era un calciatore famoso. Nato a Catania, da giovanissimo (aveva solo sedici anni), è comprato dall’Inter e non molto dopo è acquistato dalla Juventus.  E’ conteso da varie squadre, Giuseppe ha i “piedi buoni” ed è molto forte nel gioco aereo (è un ragazzone di circa un metro e novanta).

Proprio per la stazza poderosa passa all’Arsenal, scelto da un grande del Calcio, Liam Brady (che negli anni 80 vinse due scudetti con la Juve). I maggiori giornali dell’epoca (parliamo di quindici anni fa) in prima pagina pubblicarono la notizia e fece scalpore che uno dei migliori talenti italiani fosse sottratto al nostro campionato.

Ma il sogno di Giuseppe di diventare un grande asso del calcio non era destinato a realizzarsi, ebbe vari incidenti gravi che misero in discussione tutto. Nello stesso tempo s’innamora anche di una donna, Antonella, che diventerà sua moglie.   Un po’ la difficoltà del recupero, l’incertezza di giocare agli stessi livelli ma anche la consapevolezza che intraprendendo quella strada avrebbe vissuto poco la famiglia, decide di lasciare la carriera di giocatore per lavorare nel settore abbigliamento nell’azienda del padre.

Giuseppe, pur essendo conscio di aver fatto la scelta giusta, non era felice e cominciava a stare male, tanti malumori, fino ad arrivare a crisi di panico. Questo è stato il periodo più difficile (nonostante avesse un lavoro molto redditizio): aveva accanto la donna che amava, ma aveva accantonato il suo sogno e questo lo faceva stare malissimo.

Un giorno davanti al suo negozio (“Cemento”, nella via principale di Catania) trova un clochard e decide di aiutarlo. Telefona a vari enti, nessuno è disponibile ma alla fine riceve  un sì da un missionario laico che ha una casa famiglia ( www.insieme.ct.it). Riescono a togliere dalla strada il clochard e questo evento scuote Giuseppe nel profondo.  Comincia ad aiutare il missionario laico donando grossi quantitativi di capi abbigliamento nuovi. Uno stock di vestiti parte anche per le zone povere della Romania. Nel frattempo Giuseppe veste tante persone catanesi in difficoltà.

In seguito il giovane imprenditore decide anche di incontrare chi vive in strada e due giorni a settimana porta loro da mangiare. La sera, dopo una giornata d’intenso lavoro, gira per le vie di Catania e con la scusa di offrire cibo e da bere, intesse rapporti di fiducia con i clochard. Giuseppe diventa un punto di riferimento per chi vive in strada, più di una volta accompagnerà clochard in case di accoglienza o in comunità. Gli antichi malesseri scompaiono, tutte le sue paure, gli attacchi di panico vanno via, Giuseppe ha trovato nel “servizio” importanti motivazioni. Ora, per via della crisi, il negozio versa in una situazione difficile ma Giuseppe non si demoralizza, affronta giorno dopo giorno tutte le sfide e non fa mancare il suo aiuto agli altri. Lo trovi in ospedale ad assistere un clochard malato terminale, nel fare servizio alla mensa delle suore di Madre Teresa, nel far visita alle persone della casa famiglia “ Oasi della Divina Provvidenza” a Pedara, nel catanese. Giuseppe si rammarica di riuscire a fare meno di quanto abbia fatto in passato, tuttavia quando qualcuno ha bisogno non si tira mai indietro.

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