La nostra viene comunemente definita “società dei consumi” o, meglio, degli iperconsumi: questo è un sistema che sta collassando per il modo scriteriato in cui mangiamo, beviamo, ci vestiamo e per come acquistiamo e accumuliamo cose.

Abbiamo già incontrato gli accumulatori seriali e i sepolti in casa ma non c’è limite alla capacità della “factual tv” di addentrarsi nelle pieghe più intime della società e quindi ecco imbatterci nei “malati di risparmio” (Real Time il mercoledì alle 23). Se pensate che il vostro amico sia tirchio e che Zio paperone sia un inguaribile taccagno allora vale la pena di vederne almeno una puntata. Chiariamoci, stiamo parlando di ossessioni e quindi di persone affette da una forma più o meno lieve di patologia psichica eppure di fronte ad una crisi economica senza precedenti le storie di “malati di risparmio” sono affascinanti. L’imperativo categorico è non buttare via niente: l’immondizia che per ogni città è un problema serissimo e una spesa enorme per il bilancio dell’amministrazione diventa una miniera d’oro. Le cose che gettiamo ancora in buone se non addirittura ottime condizioni sono davvero innumerevoli.

La protagonista del primo episodio trova i suoi mobili in strada e il suo letto è fatto con materassini da yoga che qualcuno aveva abbandonato e si legge sul volto una soddisfazione non da poco ad aver risparmiato centinaia di dollari per qualcosa dove si giace in stato di totale incoscienza. Ma non appena scatta un minimo di ammirazione per quella che è la virtù della frugalità scorgi uno strano scintillio negli occhi e ti accorgi che non tutte le rotelle girano per il verso giusto e che il punto di non ritorno è stato ampiamente superato. Ciò non vuol dire che non siano prodighi di utili e saggi consigli come quello di cedere parte della propria privacy per iscriversi a mailing list di società produttrici di cosmetici o prodotti per la casa desiderose di farci testare l’ultimo prodotto da lanciare sul mercato oppure possiamo sempre farci il dentifricio da soli con un po’ di argilla bianca e mentolo. Con 99 centesimi di materie prime, ci assicura Ben Livingstone, altro malato di risparmio, si può avere dentifricio per il resto della nostra vita.

La lavatrice? Come bestemmiare in chiesa: lavare i vestiti mentre si fa la doccia è una cosa naturale per Kate Hashimoto. Peccato che sia la stessa persona che mangia quasi esclusivamente cibo preso dai rifiuti da ormai due anni. “Per mangiare spendevo 25 dollari a settimana (fate un rapido conto mentale di cosa riuscireste ad acquistare con questi soldi nel vostro supermercato di fiducia), quasi 100 dollari al mese”, dichiara con faccia disgustata alla telecamera. Kate invita un suo amico con la fidanzata a casa e per questo la vediamo andare a fare la spesa…tra i rifiuti. Ops! Ho omesso un particolare, Kate è proprietaria della sua abitazione a New York, un piccolo appartamento, certo, ma stiamo parlando della Grande Mela e, si, Kate non è indigente ed è una commercialista. Lo sguardo un po’ ottuso e privo di ogni forma di imbarazzo mentre offre le improbabili pietanze raccolte in strada (cucinate tutte assieme in un tegame, ovviamente per risparmiare) la dice lunga sullo stato mentale di Kate che però vuole avere una vita sociale e promette alla telecamera di non offrire più agli amici cibo preso dall’immondizia dopo che questi sono scappati via a gambe levate.

La soddisfazione negli occhi di Terence Candell, Oakland, California, con 2 lauree, e 35 anni di insegnamento alle spalle quando raccoglie i nichelini nella palestra della scuola dove è allenatore di basket fa a cazzotti con gli sprechi che siamo abituati a perpetrare tutti i giorni. Ma quando Terence porta la famiglia al ristorante (una volta l’anno, ovviamente)  in  un “All you can eat” cinese e paga con le monetine accumulate capisci che il dramma è in agguato.

Nell’ottica di un approccio volto ad ottimizzare e a rendere parsimonioso anche questo articolo ecco un piccolo intermezzo con degli utili consigli prima di passare al prossimo caso: avete fastidiosi calli ai piedi? Non spendete soldi in inutili e costosi prodotti ma usate un nocciolo di pesca per eliminarli. La busta retata delle cipolle o delle patate? Non gettatela, può diventare un’ottima spugnetta abrasiva, ma il premio per il prodotto dell’anno va…. ai vecchi collant: utili per togliere i peli dei vostri animali domestici dai vestiti oppure per usare fino all’ultima molecola della vostra saponetta e avere una pelle liscia e lievemente abrasa. La comodità di avere appeso al lavandino una mappazza di sapone in un vecchio collant è qualcosa che… non ha prezzo.

E chiudiamo con Gregg Innsco, insegnante di danza “zumba” che per comprarsi la macchina dei suoi sogni fa da cavia umana per le case farmaceutiche e vive nella casa dello zio defunto di una delle sue allieve, toglie la lampadina dal frigo e così facendo risparmia 40 $ l’anno in energia elettrica.  Anche lui fa la doccia con i vestiti per evitare l’orrenda lavatrice ed usa l’acqua raccolta nella vasca per gettarla nel water (una volta a settimana) e si pulisce il sedere con le pagine dei giornali; poco importa se su di una chiappa resterà impresso il 25 orizzontale con la definizione “Non magna per non…”, lui sostiene che… “tanto non si vede”. La carta igienica è una di quelle spese che in molti tra i super spilorci considerano superflue: sembra inconcepibile sprecare soldi per qualcosa che si usa una sola volta e che si getta nel water. Le alternative? Ovviamente acqua, i già citati giornali, o asciugamani di carta presi in qualche locale, usati una volta sola e portati via ma se avete una buona dose di pazienza e siete, come dire, degli “spendaccioni” potete acquistare un rotolo di carta a due veli e “svelarlo” con santa pazienza per ottenerne almeno due (sic).

Nei rapporti con gli altri esseri umani però qualcosa si incrina quasi sempre e quando Gregg trova Brandy su di un sito gratuito di incontri on line dopo averla accuratamente selezionata per due sue qualità fondamentali (amo il campeggio e le lunghe passeggiate) gli sguardi imbarazzati si sprecano anche se, incredibile a dirsi (o potere della Tv), la bionda Brandy trova il taccagno Gregg molto dolce e dichiara di volerlo vedere ancora. Sarà stata l’apertura di credito di Gregg sulla possibilità di tirare lo sciacquone una volta a settimana? Fatto sta che Brandy fugge a fine puntata a gambe levate su di una costosa berlina e con un sorriso finto stampato in volto e il sollievo di chi ha scansato un’orda di zombie affamati. Stavolta Andalù vi saluta ma non porta via nulla… è ossessionato da quella stupida lampadina nel frigo che gli porta via 40 $ l’anno… maledetta sanguisuga.

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