Gli ultimi impegni, le consultazioni, una fine legislatura particolarmente travagliata, il Capo dello Stato ha salutato oggi l’organo di autogoverno delle toghe con il messaggio letto oggi dal vicepresidente Michele Vietti in apertura di plenum.
Questo il testo integrale del saluto
“Nel concludere il mio mandato di Presidente della Repubblica e dunque di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, desidero indirizzarvi il più cordiale e riconoscente saluto”. E’ quanto ha scritto il Presidente Napolitano nella lettera che il Vice Presidente del CSM Michele Vietti ha letto in apertura della seduta del plenum del Consiglio Superiore della Magistratura.
” Spero possiate comprendere – ha proseguito il Capo dello Stato – come le difficoltà e gli impegni degli ultimi travagliati mesi della XVI legislatura e delle successive settimane di consultazioni e iniziative per la formazione di un nuovo governo, mi abbiano tenuto lontano dalla partecipazione ai lavori del CSM. Li ho, come sempre nel corso di questi sette anni, seguiti direttamente grazie all’assidua collaborazione dell’attuale Vice-Presidente e del suo predecessore. Mi duole tuttavia non aver potuto di recente tornare a incontrare l’intero Collegio da voi rappresentato. Desidero però egualmente – nella speranza di avere dato un non effimero contributo, nell’ambito delle mie prerogative, sui problemi della giustizia – manifestarvi l’apprezzamento più vivo per le prove di dedizione che avete dato nello svolgimento di delicate funzioni di valutazione, di decisione e di proposta che spettano secondo Costituzione all’organo di autogoverno della magistratura. E vi auguro di tutto cuore – ha concluso il Presidente della Repubblica – di riuscire a dare nuovi apporti – con coraggio innovativo e con equilibrio – al superamento degli aspetti tuttora critici del funzionamento dell’amministrazione della giustizia e della cooperazione, nella distinzione, tra i poteri dello Stato democratico. Cercherò di essere ancora vicino a voi e alla magistratura italiana nello svolgimento delle mie pur circoscritte funzioni di Senatore della Repubblica”.

Di Golem

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