Tor Vergata: Giuseppina, 53 anni, è morta dopo 14 ore di sofferenza trascorse al Pronto Soccorso del Policlinico. Il marito, incredulo che dei calcoli alla cistifellea possano portare alla morte, racconta di ore trascorse su una barella e di blandi antidolorifici che non hanno curato in alcun modo la dolorosa patologia. Il Codici invia un Esposto alla Procura della Repubblica per far luce sulla questione e verificare le eventuali responsabilità.
Vediamo come sono andati i fatti. Giuseppina è stata accompagnata al Pronto Soccorso mercoledì alle 13 perché lamentava forti dolori all’addome e ai reni. E’ stata ricoverata in codice giallo, ma poi le sue condizioni sono peggiorate. Dopo accertamenti, alle 19 le hanno diagnosticano dei calcoli alla cistifellea. Secondo i medici uno di questi calcoli aveva perforato la cistifellea. Gli stessi medici decidono di tenere la paziente in osservazione per la notte. Dopo aver trascorso 8 ore in barella, la donna è stata portata nell’astanteria del Dea, dove è rimasta fino alla sua morte.
Lamentava fortissimi dolori e urlava disperatamente, racconta il marito. Per tutto il giorno le è stato somministrato un antidolorifico, che però non alleviava la sua sofferenza. I familiari si rivolgevano al personale, ma nessuno, secondo i racconti dell’uomo, si occupava della questione. Alle tre del mattino la donna è diventata pallida, poi viso e collo le sono diventati scuri: a quel punto nessun tentativo di rianimazione è stato risolutorio e Giuseppina è morta.
“Potremmo essere di fronte all’ennesimo caso di malasanità – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici – anche se ancora i fatti sono da accertare. A tal proposito il Codici annuncia che invierà un Esposto alla Procura della Repubblica per verificare le eventuali responsabilità della morte della signora. Se questa tragedia poteva essere evitata è giusto che i responsabili vengano puniti. Nel nostro Paese, purtroppo, non sono pochi i casi di errata diagnosi, errori medici, negligenza. È necessario fare tutto il possibile per far emergere la verità sui fatti accaduti”.