Nel libro “Il Sopravvissuto”, scritto da Pippo Giordano con Andrea Cottone, si narra dell’esperienza professionale di Giordano, ex ispettore Dia, ma anche di tutto quello che accadde negli anni in cui persero la vita tanti servitori dello Stato: Lillo Zucchetto, Beppe Montana, Ninni Cassarà, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone. Tutti uomini che Pippo Giordano conosceva personalmente e con cui ha operato strettamente, tanto di essere anche lui scomodo e costretto al trasferimento dalla Sicilia.
Un’opera che ci fa tuffare a capofitto in una stagione che ha visto tanti uomini dello Stato combattere con ogni forza la malavita organizzata. Ci racconta anche di come la mafia aveva favorito lo sbarco americano nella Seconda Guerra Mondiale e in cambio l’esercito americano aveva piazzato gli uomini d’onore nei posti chiave: sindaci, amministratori. “Il potere di Cosa nostra è stato così – spiega Giordano- rinvigorito dal riconoscimento Usa. I mafiosi erano in tutti i rami della vita sociale e assicuravano l’incondizionato appoggio elettorale per un solo partito, la Democrazia Cristiana”.
Per lungo tempo lo Stato Italiano e la Chiesa hanno negato che esistesse la mafia (si legge nel libro di Giordano) tanto che, a fine anni sessanta, il Cardinale di Palermo Ernesto Ruffini in una lettera al Cardinale Cicognani, Segretario di Stato Vaticano scriveva: “la mafia era un’invenzione dei comunisti per colpire la Dc e la moltitudine di siciliani che la votavano”.
Giordano racconta anche di sé e ci tiene molto a porre l’accento sul fatto che raramente ha usato la pistola, anche quando era impegnato in inseguimenti. Racconta con grande dolore quando dagli uffici della polizia uscivano notizie riservate che permettevano ai latitanti di scappare anche durante un accerchiamento. “Giuda” che comunicavano notizie alla mafia e cita due uomini delle forze dell’ordine, Bruno Contrada e Ignazio D’Antone che sono stati condannati a dieci anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
Un volume che racconta anche la crudeltà della mafia che non risparmia donne a bambini e diventata particolarmente cruenta quando era al vertice Totò Riina detto “‘u curto”. Narra il suo rapporto con tanti pentiti: Mutolo, Marchese.
Un libro che recupera un’importante memoria storica: “ Un paese senza memoria non può progettare il proprio futuro” scrive Antonio Ingroia, magistrato, nella prefazione del libro e prosegue: ”E se così rimane, rischia di diventare un paese senza speranza. E’ anche per questo, per costruire la speranza di un futuro migliore, per progettare un’Italia e una Sicilia diversa, servono le parole. Servono i libri, i buoni libri. I libri come questo”.
Pippo Giordano con Andrea Cottone, Il sopravvissuto, Castelvecchi, euro 14,70