A.A.A. si cercano giornalisti alla ricerca della verità. Cronisti che raccolgano il “passaggio di testimone” dei tanti giornalisti uccisi dalle mafie, dai poteri forti e che continuino l’opera di Mauro De Mauro, Mauro Rostagno, Walter Tobagi, Peppino Impastato. Il libro dal titolo “ Passaggio di Testimone undici giornalisti uccisi dalla mafia e dal terrorismo” si rivolge agli operatori della comunicazione.
“Se da alcuni anni c’è stata una tregua, non si uccide il giornalista scomodo, – spiega Salvo Vitale– è perché questo non esiste più. Il controllo capillare dei mezzi d’informazione, dalla stampa alla televisione, gestito in gran parte da una sola persona, ha prodotto un’informazione velinata, censurata, bloccata e omogeneizzata”. Un’informazione per lo più gestita da servi pronti all’esaltazione del leader di partito, pennivendoli al soldo di scandali pilotati. Unici mezzi d’informazione ancora non gestiti da quest’omologazione totalizzante sono i blog, i siti, i social network.
Salvi Vitale firma la bellissima introduzione che apre il libro. Vitale, ex di Radio aut, che ci esorta a proseguire la strada tracciata da coraggiosi cronisti che hanno perso la vita per raccontare verità scomode. Degli undici giornalisti uccisi dalla mafia e dal terrorismo, è tracciato un profilo da undici giornalisti contemporanei. Ogni profilo è corredato da un ritratto della brava Elena Ferrari. Ogni disegno riporta l’essenza del cronista ucciso, presentandoci con abili tratti l’essenza del personaggio che andremo a conoscere di lì a poco, leggendo quest’agile libro.
Giampiero Caldarella ci racconta di Cosimo Cristina, cronista siculo ucciso dalla mafia. Nella lapide si legge: “ Ucciso dalla mafia perché credeva che la legalità e la verità fossero più forti qualsiasi potere criminale”. Dopo ben cinquanta anni dalla sua morte furono scritte queste parole e per tanti anni la morte di Cosimo Cristina fu decretata come suicidio.
Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza ci narrano di Mauro De Mauro, ucciso perché volle approfondire, troppo, il delitto Mattei.
Maria Luisa Mastrogiovanni ci racconta Carlo Casalegno, ucciso poiché insisteva che per combattere il terrorismo, la corruzione dei potenti, non occorreva emanare provvedimenti speciali ma solo applicare le leggi in vigore.
Roberto Alajmo ci parla di Peppino Impastato, figlio di un mafioso che fonda una radio che lotta proprio contro la mafia. Peppino, questo coraggioso siciliano, sfata un detto “ Chi nasce tondo non può morire quadrato”, la favola che si è prigionieri del proprio destino.
Claudio Fava ci parla di Mauro Rostagno, che aveva raccontato di massoneria, di mafia, omicidi eccellenti, ruberie varie. Mauro, oltre a fare il cronista, aveva una comunità dove aiutava i giovani a uscire dalla droga e dall’alcool. Mauro è stato ucciso con Monica, una ragazza della sua comunità, con tre colpi di fucile calibro dodici.
Danilo Chirico ci presenta Beppe Alfano, insegnante e cronista part-time, ucciso perché era un giornalista “rompicoglioni”. Beppe ha avuto il torto di fare domande, di scavare troppo sugli intrecci, clan, borghesia, politica della Sicilia. Facciamo in modo che questi sacrifici di uomini coraggiosi non sia stati vani, seguiamo le orme chi ha lottato per la verità, la giustizia, una società migliore. Noi giornalisti abbiamo un dovere morale di rompere un monopolio dell’informazione che tutela solo i potenti a scapito dei ceti più deboli.
Autori vari, Passaggio di testimone – 11 giornalisti uccisi dalla mafia e dal terrorismo, prefazione Salvo Vitale, Navarra Editore, euro 5
Sito : www.navarraeditore.it