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foto_1Potremmo dire che in questi giorni gli agenti stanno scrivendo la loro storia futura, stanno realizzando, grazie alle leggi dello Stato per le quali lo Sna si è battuto con caparbia ostinazione, la loro rivoluzione pacifica. Ma nel tripudio generale si pensa anche a quelli che potrebbero restare indietro: alle piccole agenzie, ad esempio, o a quelle più grandi ma con poco carisma per le quali “mamma Compagnia” potrebbe rappresentare ancora un rifugio sicuro, un silenzio confortante di fronte al chiasso dei festeggiamenti o allo stress delle tante novità piombate loro addosso. Ma è un’immagine falsata dalla paura del nuovo. -“Non credete a chi vi racconta che la Compagnia mandante è amica degli agenti”- ha dichiarato con calore il presidente dello Sna -“il giorno in cui la Cgil si alleasse con la Confindustria sarebbe sicuramente a danno dei lavoratori . Cgil e Confindustria sono controparti, proprio come Compagnie e agenti”. Demozzi, che è arrivato con oltre un’ora di ritardo al Convegno tenutosi negli splendidi saloni cinquecenteschi della Confcommercio bolognese, si è giustificato raccontando quanto era successo ad un agente di Trento, città dalla quale foto_2proveniva dopo l’assistenza sindacale prestata.

Il caso di Trento
Una Compagnia aveva revocato il proprio agente perché questi non aveva accettato il socio impostogli dall’Impresa mandante. La Compagnia in questione, per di più, una mutua che per statuto non dovrebbe avere l’arroganza che hanno talune imprese, soprattutto quando l’agente vessato ha sempre avuto un’ottima redditività e un rapporto S/P eccezionale . Si tratta di un’agenzia che per oltre trent’anni ha camminato sulle gambe e soprattutto sull’immagine di un agente che poi foto_3l’aveva passata a suo figlio che l’ha gestita altrettanto bene per altri dieci anni –“Pensate cosa può significare per un professionista, per una persona”- ha detto Demozzi quasi sottovoce -“ quando un cliente, telefonando all’agenzia, si sente dire: il sig. XY non è più nostro agente, io sono l’ispettore della Compagnia ZX!Il pensiero vola, la gente mormora e pensa subito al peggio…. ” (tradotto: quell’agente è stato cacciato dalla Compagnia perché ha rubato n.d.r.).
Demozzi ha aggiunto – “Abbiamo interpellato il presidente del gruppo aziendale il quale sapete come ci ha risposto? Tutto quello che si poteva fare è stato fatto…”.
Conclusione tranciante del Presidente: –“ Le Compagnie realizzano la soppressione dei diritti di qualunque agente !
Di queste situazioni, negli anni, se ne sono verificate a centinaia e continuano a verificarsi ancora. Questo accade perché l’agenzia, o meglio i clienti dell’agente , fino ad oggi sono considerati foto_4patrimonio della Compagnia (per questo dall’agente subentrante si fa pagare una rivalsa, ossia il controvalore dell’avviamento commerciale). Un agente, dopo trenta, quarant’anni, viene buttato fuori e tutti i clienti, che lui ha faticosamente “fatto”, restano all’Impresa mandante. Poi, certo, ci sono delle soluzioni: l’agente può disdettare le polizze e portarsele alla nuova Compagnia dalla quale otterrà il mandato, ma solo se quelle polizze non sono poliennali, altrimenti, potrebbe dover aspettare anche cinque anni.

I clienti sono (oggi) dell’agente !
E’ qui dove, soprattutto, interviene la nuova legge: i clienti diventano di “proprietà” dell’agente. Partendo dal presupposto che l’Agente può collaborare con altri colleghi e con altri intermediari anche senza avere alcun mandato (art. 22) “la collaborazione può avvenire anche mediante l’utilizzo dei rispettivi mandati” (quindi anche senza), si arriva alla conclusione che i clienti fatti dall’intermediario non possono che essere suoi. Se l’agente di Trento fosse stato nominato con le nuove leggi non avrebbe avuto alcun problema.

Il PLURIMANDATO? Un falso problema.
Vale la pena ricordare due cose sul plurimandato. All’inizio fu Bersani che, da ministro, inserì l’obbligo all’interno delle foto_5_i_clienti_sono_oggisue famose “lenzuolate”. Era dedicato solo alla Rca, anche se tutti speravamo che potesse riguardare tutti i rami assicurativi. Non fu così. Non solo non fu allargato ai rami “danni”, ma sparì anche dalla Rca. La cosa è stata sottolineata da Calabrò direttore generale dell’Antitrust al convegno Sna di Milano: “Se avesse funzionato il plurimandato certi contrasti non sarebbero mai nati, ma il plurimandato varato dal decreto Bersani non ha funzionato”. Demozzi ha spiegato il perché:-“Con i patti integrativi aziendali (gestiti di fatto dai presidenti dei G.A., Ndr) le Compagnie hanno “comprato” la rinuncia ad un diritto che spettava per legge”. Ma il plurimandato per Sna, checché ne dicano i suoi detrattori, non era l’obbiettivo da raggiungere – :” Il governo Monti ” – ha spiegato Demozzi- “nel decreto sviluppo lo aveva reso obbligatorio con almeno 3 Compagnie. Ma noi ci siamo opposti. Quell’obbligo avrebbe creato enormi problemi e scatenato il putiferio nella categoria . Noi siamo andati oltre. Molto oltre. Con la collaborazione tra intermediari realizzata con la pluriofferta!. E’ l’uovo di Colombo: permette di essere plurimandatari, ma consente anche ai monomandatari di restare tali potendo , però, offrire ai propri clienti, prodotti dell’intero mercato assicurativo, nazionale e persino foto_6_il_plurimandatointernazionale” .

Un salvagente collettivo
Non più agenti antagonisti, accaniti l’un contro l’altro per accaparrarsi la Rca di un motorino” – ha dichiarato Demozzi con accalorato fervore – “stiamo realizzando una vera e propria inversione di tendenza : agenti potenziali soci. Pensate agli iscritti Sna , siamo 9.000, ebbene siamo novemila potenziali soci! E possiamo costituire un salvagente collettivo che eviterà la morte per asfissia dell’agente. Del resto – ha proseguito il Presidente – per difendersi dagli attacchi dei compratori di polizze on-line (30-40% dei consumatori) si deve arrivare a fare delle scelte: o rinchiudersi nel fortino dell’inamovibile mono mandato (ma ad Alamo è finita male…. n.d.r.) o reagire organizzandoci. Oggi possiamo farlo, abbiamo dalla nostra una legge dello Stato!”.

La cosa straordinaria è che, in effetti, la collaborazione tra intermediari, oltre a fornire ai consumatori una consulenza e una scelta senza confini, fa sparire l’accanimento concorrenziale tra gli intermediari: tutti –colleghi- senza se e senza ma Esattamente il contrario di quello che ci dichiarò Cirasola, attuale presidente nazionale di Anapa alla vigilia della sua fondazione (Golem 2 novembre):-“ il collega, anche quello più affezionato con il quale io faccio una manifestazione o una rivendicazione, alla fine, è comunque un mio concorrente”. Come dire: “a’ la guerre comme a’ la guerre”. E questo la dice lunga su come Anapa vede il futuro dell’intermediazione.

Come lo direbbe Gaber…
Terminiamo con un sorriso.
Per apprezzare pienamente il valore delle novità piovute sulla testa dei fortunati intermediari di questi anni 2000, abbiamo confrontato l’agente di oggi con quello di tanti anni fa, con la sua esclusiva unilaterale e zoppa (sic), con le tante telefonate in Direzione per una deroga su una polizza, con i problemi della Rca al sud e le tariffe alle stelle (ma questi sono problemi di oggi).

Abbiamo immaginato, in una libera interpretazione, un dialogo avvenuto negli anni ’80 tra un intermediario francese e un agente italiano di quegli anni.

Leggetelo con calma …

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