Cuore dell’economia europea, la classe media viene considerata l’ultimo pilastro a difesa dei consumi. Da svariati anni, però, sulle sue spalle si accumula il peso della crisi, la riduzione del potere d’acquisto e l’aumento delle voci di spesa “obbligate”, tasse in primis, a cui si deve far fronte.
Di fronte a tale contesto però, la reazione non è uniforme e mentre a nei paesi dell’Europa dell’Est persiste la speranza di poter migliorare il proprio tenore di vita, anche a costo di lavorare di più, nell’Europa occidentale, le classi medie sperano di conservare il proprio tenore di vita, riducono determinate spese, economizzano nella vita quotidiana e, al contempo, risparmiano di più. Lo rivela l’Osservatorio Findomestic che ha deciso rilevare il “sentiment” delle classi medie di dodici paesi: Germania, Spagna, Francia, Ungheria, Italia, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Regno Unito, Russia e Slovacchia.
L’analisi, che tende a individuare tendenze distinte tra l’Est e l’Ovest Europa, ha messo sotto osservazione l’evoluzione della situazione finanziaria delle classi medie nel corso degli ultimi dieci anni: solo il 37% degli europei appartenenti alla classe media considera migliorata la propria situazione finanziaria negli ultimi dieci anni, mentre secondo il 17% è rimasta stabile e secondo il 46% è peggiorata. Tra le cause, il 38% ritiene che la propria situazione sia stata danneggiata dall’aumento dei prezzi, il 29% dà la colpa alla contrazione delle proprie entrate (crescita di disoccupazione, part-time, contratti a tempo determinato, lavoro interinale, diminuzione delle entrate in determinati paesi…), mentre il 20% degli intervistati cita l’aumento delle imposte.
La percezione negativa è ulteriormente enfatizzata dall’andamento del potere d’acquisto. In Italia, per esempio, dopo un progresso registrato tra il 2000 e il 2005, il potere d’acquisto delle famiglie è rimasto sostanzialmente stabile tra il 2005 e il 2010. E nonostante abbia fatto registrare un leggero aumento tra il 2000 e il 2010 (+ 3,4% nel complesso), il peggioramento economico degli ultimi anni si è ripercosso sulle aspettative future degli italiani. A Est l’evoluzione è più positiva, con una crescita cumulata del potere d’acquisto del 14,9% tra il 2005 e il 2010. Vi sono tuttavia differenze significative: da un lato la classe media russa, che, come il resto della popolazione, ha visto crescere il proprio potere d’acquisto; dall’altro la classe media ungherese, che ha visto invece arretrare il proprio potere d’acquisto.
L’Osservatorio Findomestic ha cercato di analizzare anche le scelte compiute dagli europei per mettere d’accordo voglia di consumo e portafoglio. Le prime vittime dell’austerità sono state, e continuano a essere, le spese voluttuarie: abbigliamento, divertimenti e viaggi. Seguono le spese che possono essere contenute in modo relativamente semplice (trasporti, elettricità, generi alimentari). Vengono poi, in ordine sparso, tutti gli acquisti che richiedono un investimento piuttosto importante: elettrodomestici, TV, auto, moto e scooter…
A eccezione dell’Ungheria, dove gli alimentari vengono sacrificati nel 63% dei casi, i risultati sono relativamente omogenei in tutti i paesi. Sulle altre voci, per contro, le opinioni variano in misura molto più significativa da paese a paese, soprattutto in ragione di specificità culturali (per esempio, nei paesi a forte vocazione “proprietaria”, la voce “immobili” è meno soggetta a variazione, rispetto a paesi dove l’affitto è considerato la norma). Tra le voci invece sacrificate per ultime dalle classi medie figurano l’istruzione, la salute e le assicurazioni.
Se sul piano finanziario gli ultimi dieci anni sono stati difficili per la classe media, dal punto di vista materiale la situazione è ben diversa. A Ovest il 54% degli intervistati si dichiara infatti soddisfatto della propria situazione materiale. In Italia il risultato è leggermente inferiore, con il 49% degli appartenenti alla classe media che si dice contento delle proprie condizioni di vita. A Est, dove i soddisfatti sono il 30%, il risultato è meno positivo. In questi paesi la classe media è esposta alle medesime offerte, ma non dispone sempre dei mezzi necessari per acquistare i prodotti. Il sentimento di frustrazione, pertanto, è maggiore rispetto ai paesi dell’Europa occidentale.
Il dato più interessante è che la classe media europea è consapevole di aver più in generale goduto di condizioni di vita sicuramente migliori rispetto alla generazione precedente. Il “miglioramento” tuttavia è percepito e valutato solo ed esclusivamente sulla base di considerazioni materiali. Il 72% ritiene che la propria abitazione sia più confortevole rispetto a quella dei genitori e l’84% constata che è anche più accessoriata, soprattutto tra gli abitanti dell’Europa dell’Est. Quest’ultima constatazione vale anche in Francia: il 91% dei francesi, infatti, dichiara di possedere impianti domestici migliori rispetto a quelli dei genitori. Il tasso di prodotti tecnologici ed elettrodomestici nelle abitazioni raggiunge l’apice nell’Europa occidentale. A Est come a Ovest, le classi medie si concedono vacanze più frequenti, mangiano più spesso al ristorante ed effettuano più uscite culturali dei loro genitori alla stessa età. In termini di viaggi, la democratizzazione dei voli di medio e lungo raggio e l’avvento delle compagnie low-cost hanno permesso un accesso generalizzato, tanto a Est quanto a Ovest, alle vacanze e ai week-end, anche all’estero: ormai si viaggia più spesso, per periodi più lunghi e verso destinazioni più lontane rispetto a quelle dei genitori.
La sensazione di avanzamento, di cui gli intervistati dichiarano di beneficiare rispetto alla generazione precedente, è però accompagnata da forti timori per il futuro dei propri figli. Fino ad oggi l’ “ascensore sociale” ha funzionato piuttosto bene per le classi medie tanto da lasciar pensare che l’avanzamento da una generazione all’altra fosse quasi un meccanismo automatico.
Attualmente, invece, la sfida per le classi medie è fare in modo che i figli conservino il medesimo tenore di vita anche per il futuro. L’ascensore “sociale” si è di fatto fermato e le classi medie a questo punto devono aiutare i loro figli ad accedere alle condizioni di vita socio-economiche desiderate.
Il 55% degli europei della classe media si dichiara preoccupato per il futuro dei figli ed è pertanto disposto anche ad investire di più per l’istruzione pagando corsi specifici per compensare le carenze del sistema scolastico. Per reperire le risorse necessarie il 70% degli europei sta già facendo sacrifici. Forse però, non tutti i mali vengono per nuocere: la crisi diventa un momento di rivelazione e, obbligata a compiere scelte difficile, la classe media ritrova il senso e il valore delle cose. E, nella fattispecie, i figli sono considerati un valore fondamentale, che giustifica ogni sacrificio. I figli, ma anche i genitori: al momento del pensionamento, sinonimo di una riduzione del reddito, buona parte delle famiglie si ritrova a dover finanziare sia l’ingresso nel mondo del lavoro dei figli, sia la protezione dell’ultima parte della vita dei genitori.
Consumi Osservatorio Findomestic 2012 – Le classi medie in Europa