Quanto accaduto a Newtown è stato contrassegnato da una commozione mediatica globale che ha toccato l’apice con le lacrime di Obama: “vi parlo non da presidente, ma da padre… erano dei bambini bellissimi, con tutta la vita davanti”, ha detto il presidente americano in uno dei passaggi più toccanti.
La ferocia dell’episodio ha sollevato una serie di riflessioni alla ricerca del responsabile. La prima riguarda la facilità di uso e accesso alle armi cui Obama ha per ora risposto con la messa al bando delle armi d’assalto.
Ha reagito allora la National Rifle Association (Nra), potentissima lobby di fabbricanti di armi che vanta fondi illimitati, sponsor olimpici, giudici e politici amici ed è presente in tutti e 50 gli stati, avendo inoltre espresso otto presidenti e elargito milioni di finanziamenti elettorali.
La Nra ha osservato che a Newtown è successo quello che è successo perché le maestre non avevano armi con sé: «La sola cosa che può fermare una cattiva persona con una pistola è una buona persona con la pistola» hanno detto in una conferenza stampa.
E poiché chi spara si sente molto spesso anche buono, allora è bello immaginarsi una spettacolare sparatoria tra i banchi, magari tra alunni e professori o viceversa, con la regia dei fratelli Coen.
In soccorso delle lobby delle armi americane – manco lo potessero sentire…o forse sì – si è precipitato anche Giuliano Ferrara riuscendo nel non banalissimo compito di servire contemporaneamente il Vaticano e darsi da solo del moderato. E poiché, si sa, per intellettuale si intende quello che va contro il mainstream, Ferrara ha subito considerato che dir male delle armi sarebbe stato veramente assai banale.
In un editoriale dal titolo “Letterina di Natale Perché al Foglio siamo cattivi” , spiega come loro del Foglio non riescano proprio a commuoversi laddove invece tutto il mondo lo fa.
“il rifiuto pudico di prendere la via di una convenzionale devozione verso ciò che tutti ammiriamo istintivamente, come la probità della vita, specie nelle responsabilità pubbliche e sociali, l’autenticità dei sentimenti e del discorso nella bocca dei facitori di opinione diffusa, la solidarietà, la pace, il romanticismo dei diritti eguali per situazioni e identità diverse, l’autodeterminazione libera dell’esistenza umana nel rispetto della fede come fatto privato”.
Nel paragrafo immediatamente dopo contraddice la premessa e stabilisce un nesso aberrante con il gesto del ventenne assassino e anche matricida, affermando invece la negazione della libertà (ma solo quella delle donne) e inginocchiandosi al Vaticano :
“io per esempio credo che le stragi dei bambini nella società ricca e pacificata siano diretta conseguenza della sordità morale con cui abbiamo ratificato l’aborto di massa,”
L’aborto, cioè l’extrema ratio cui ricorrono le donne che non possono portare a termine la gravidanza, sarebbe dunque espressione di una “sordità morale”.
“la facoltà di scegliere tra la vita e la morte è la compagna segreta della violenza dei tempi , e dell’insicurezza, riguardo l’essere e il principio di realtà che ne deriva;”
A sostegno del concetto di sordità morale, l’intellettuale della destra italiana, traduce l’aborto come la facoltà di scegliere tra la vita e la morte. Tale facoltà posseduta dalle donne, informerebbe l’intera esistenza nonché il senso della realtà e quindi la visione del mondo. Che poi sarebbe quella che ti porta agire in un modo o in un altro.
L’origine del male e della morte, proprio come prevede il Peccato Originale è dunque delle donne, che sono anche alla base dell’immoralità.
Difficilmente si erano mai trovate nelle pagine dei nostri giornali delle correlazioni così allucinanti, malate, e prive di senso. E soprattutto così profondamente illiberali e anti storiche.
Abbandonato poi il cupo pensiero degli aborti (potrebbe pure continuare un altro genio intellettuale della destra italiana: Magdi Allam) Ferrara prosegue e sposa l’appello delle lobby di armi basato sull’opportunità di armare i professori:
“ritengo anche utile l’idea di armare i maestri o volontari scuola per scuola, altro che ridurre a sudditi incapacitati a portare armi i cittadini americani governati dalla costituzione liberale più longeva e forte del mondo, che prevede quel diritto in forma tassativa”.
Nell’ italiano contorto che qui traduciamo voleva dire: non è che uno deve armare i maestri per non renderli degli incapaci (dote del maestro di scuola del resto è appunto saper sparare), ma perché la costituzione più liberale che c’è in circolazione nel pianeta prevede il diritto ad avere le armi “in forma tassativa”.
Esercitare il diritto alle armi è secondo il direttore del Foglio, un dovere. In realtà il diritto a possedere le armi previsto dal II Emendamento della Costituzione (che potrebbe anche essere abolito come fu quello della schiavitù) è perenne oggetto di discussioni in America e soprattutto di interpretazione da parte dei giudici. Che sia “tassativo” è un’invenzione di Ferrara. Ma non gli basta. Vuole anche strizzare l’occhio ai “moderati” e si cerca un’ incredibile pezza d’appoggio libresca. Così ci dice che “l’immaginario liberale” (di cui evidentemente deve sentirsi l’interprete) è anche il titolo di un libro di Lionel Trilling pubblicato nel 1950 : The Liberal Immagination. “Il critico” dice Ferrara senza più vergogna: “era un solido moderato della via del mezzo” che spiega “la difficoltà di essere troppo univocamente buoni, non tanto nella vita ma anche nell’arte della comunicazione civile culturale”.
Quindi, per il progresso, abbiate la bontà di sparare. Soprattutto alle donne.