Mentre in Italia si chiudono i teatri a Helsinki è stato da poco inaugurato un nuovo auditorium, il Musiikkittalo, un centro per la musica che ospita due orchestre sinfoniche, l’Orchestra della radio Finlandese e l’Orchestra filarmonica di Helsinki oltra alla prestigiosa Accademia Sibelius.
Un edificio moderno, progettato da un architetto trentenne, Marko Kivistö, collocato tra la stazione centrale, il Parlamento, e la Finlandia Hall di Alvar Aalto (inaugurata nel 1971, e già usata come sala da concerto, ma carente dal punto di vista dell’acustica), in un luogo quindi centralissimo e facilmente accessibile anche per chi arriva in treno da fuori città. Oltre alla sala principale, con spalti «a vigneto» per 1.704 posti che avvolgono l’orchestra, l’edificio contiene altre cinque sale, per la musica d’organo, per il jazz, per l’elettronica, per la musica da camera e per il teatro musicale, oltre a spazi per la didattica, studi di registrazione, e un panoramico ristorante. La grande sala da concerto è stata inaugurata nell’agosto del 2011, con le grandi star del podio finlandesi come John Storgårds, Sakari Oramo, Jukka-Pekka Saraste. Il battesimo del piccolo teatro musicale era avvenuto lo scorso anno, con un’opera appositamente commissionata dall’Accademia Sibelius a Olli Kortekangas, One Night Stand (Yhden yön juttu), opera da camera concepita come un mix di detective story e vicende amorose, di dimensione realistica e onirica.
La fiaba musicale di “Antti Puuhaara”
La settimana scorsa nello stesso spazio è stata messa in scena una deliziosa fiaba musicale di Tapio Tuomela, intitolata Antti Puuhaara. Un’opera da camera con voci, strumenti e marionette, che alternava parti parlate e cantate, composto nel 2010 come parte di un ciclo di sette fiabe musicali commissionate a diversi compositori dall’Ensemble Musicatreize e da altre istituzioni culturali (Scène Watteau, Conseil Général du Val de Marne, Actes Sud, Istituto Finlandese) e già trasformato in un libro con cd allegato (pubblicato da Actes Sud). Il testo, scritto dallo stesso compositore insieme a Erik Soderblöm e ispirato ad una antica leggenda finlandese (tratta dal Kalevala), richiamava la favola di Cappuccetto Rosso, raccontava la storia del piccolo Antti che veniva adottato e subito abbandonato nella foresta da un ricco mercante, terrorizzato da una profezia secondo la quale il ragazzo avrebbe ereditato tutte le sue fortune. Ma nella foresta, che appariva quasi come un personaggio, come un organismo vivente e un po’ inquietante, Antti sopravviveva, cresceva portando con sé le forze della natura, e inconsapevolmente, innocentemente, si salvava da tutti i pericoli e dalle insidie che gli venivano tese dal mercante. E alla fine si appropriava anche della casa del mercante, e sposava sua figlia. La morale, imperniata sull’etica della rinuncia, sul valore della generosità, sulla condanna dell’avidità, si riassumeva in un proverbio finlandese: «Troverai davanti a te quello che hai lasciato dietro le tue spalle».
Attori, cantanti e marionette
In questa favola iniziatica e crudele, in questo viaggio popolato da indovini, da giganti, da streghe, Tapio Tuomela, ha trovato numerosi stimoli musicali, e ha creato una partitura di grande forza descrittiva, ma dalla scrittura raffinatissima, piena di invenzioni timbriche, di suggestioni armoniche, di gesti musicali di grande effetto. Il compositore finlandese, che all’Accademia Sibelius è stato allievo di Eero Hämeenniemi, Paavo Heininen e di Magnus Lindberg, ha saputo cogliere l’atmosfera misteriosa di ogni scena, i colori caldi della foresta, la psicologia dei personaggi, costruendo una texture assi varia, affidata a sei strumenti (violino, viola, violoncello, clarinetto, arpa e fisarmonica), a otto voci (che oltre a cantare agivano come attori, e muovevano le marionette), diretti da Roland Hayrabedian, e a una voce recitante, fondamentale nell’economia drammatica dell’insieme (bravissimo Olivier Boudrand). Questa musica si fondeva magnificamente con la parte visiva realizzata da Aurélie Hubeau, con l’apparato scenico di Damien Caille-Perret e le illustrazioni di Hannu Vaisanen. Attori, cantanti marionette si muovevano in uno spazio insieme naturalistico e surreale, tra case in miniatura e piccole fronde che parevano alberi. Un lavoro di equipe che riusciva ad ottenere il massimo dell’effetto teatrale con mezzi assai semplici, addirittura poveri, low-fi: le ombre cinesi, materiali come le pietre, l’acqua, la terra, proiezioni non digitali, ma basate sulle reazioni chimiche prodotte dalla combinazione di acqua, bicarbonato e aceto, le marionette intagliate nel legno, che sembravano uscire direttamente da quella foresta. Di Antti Puuhaara si può ammirare qualche stralcio anche su youtube (www.youtube.com/watch?v=y-M8dIvryx4)