L’intervento di Ester Perifano, segretario nazionale dell’Associazione nazionale forense, è stato olto incisivo: dure le critiche a tutti quei rappresentanti istituzionali che puntano a mantenere l’avvocatura nell’eterna speranza di un ritorno al passato.
Qualcuno ha guardato ai propri interessi, ha auspicato un ritorno al passato che non potrà mai avvenire, spesso pensando esclusivamente ai propri interessi… a partire dai vertici nazionali dell’avvocatura.
Questo il video dell’intervento
“La rappresentanza nazionale dell’avvocatura ha grandi responsabilità, a partire da quella di non aver saputo, o voluto, leggere i numerosi segnali di profondo cambiamento da tempo si manifestano intorno alla professione forense, non traghettandola verso una idea più moderna e più agile. Occorre un’operazione verità: gli avvocati si adattino al nuovo o saranno travolti.” Lo dichiara il segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense, durante I lavori del XXXI Congresso Nazionale Forense in corso a Bari. “L’arroccamento dei vertici,il riunchiudersi a Fort Alamo – continua Perifano – ha fatto sì che negli ultimi mesi sopra le teste degli avvocati siano passate leggi del calibro del Dpr Professioni, il Dm Parametri e il decreto sulla revisione della geografia giudiziaria. Gli avvocati sono tenuti in ostaggio da chi affida le sue speranze di riscatto all’approvazione, ancora in itinere, di una legge professionale che non risolve alcuno dei problemi degli avvocati, semmai ne aggiunge altri. Avendo però il considerevole pregio, per chi la sostiene ovviamente di rafforzare il centralismo non democratico degli organismi nazionali. Nel frattempo altre professioni, più giovani e meno ingessate dell’avvocatura, hanno progressivamente sottratto quote rilevanti di attività, soprattutto nell’ambito della consulenza stragiudiziale. L’operazione verità consiste anche nel chiamare le cose con il loro nome : il giudiziario non basta più per tutti gli avvocati e, anziché prepararsi per tempo ai cambiamenti, s’è preferito rincorrere i mulini a vento di improbabili restaurazioni, con la conseguenza, facilmente prevedibile, che tra qualche anno l’avvocatura sarà in emergenza sociale, una professione marginalizzata, sia rispetto alla società che rispetto alle altre professioni. Occorre invertire la tendenza e farlo subito perché per cambiare rotta occorre tempo. Occorre recuperare autorità e autorevolezza presso la Politica – aggiunge Perifano – presentandosi al confronto con atteggiamento collaborativo e propositivo: è bastato un vero tavolo di confronto attivato al Ministero della Giustizia per ottenere modifiche del DM Parametri, ed è’ concreta la possibilità di riformare il corso di laurea. E’ necessario convincere la società civile che gli avvocati sono professionisti moderni, in grado di competere ai più alti livelli. Gli avvocati hanno il diritto, però, di essere rispettati per la funzione, insopprimibile ed incomprimibile, che svolgono, in quanto custodi di un diritto costituzionalmente garantito, e rimarrano sempre l’ultimo baluardo a tutela dei diritti dei cittadini.”