Noi dobbiamo capire una cosa, ma la dobbiamo capire veramente, non fingere di capirla:
Quando un politico americano, al termine di un suo discorso, dice “che Dio vi benedica!”, come spesso accade (lo hanno fatto sia Romney che Obama nei loro discorsi, compresi gli ultimi), intende riferirsi al Dio in senso generale, spirituale, o alla filosofia metafisica che ciascuno porta dentro di sé come proprio patrimonio ideale, riaffermando così la libertà di religione, di culto, di credo o di ateismo che ogni individuo naturalmente ha.
Infatti Romney, nel corpo del suo discorso di ringraziamento agli elettori repubblicani, si è poi esplicitamente rivolto ai sacerdoti cristiani e ai rabbini, tra gli altri; Obama ha ringraziato tutti i suoi elettori, tra l’altro, di qualsiasi religione fossero.
Da noi abbiamo un Monti che ci tiene a sottolineare che va a Messa tutte le domeniche, Formigoni che non muove un passo se “Comunione e Liberazione”, la “Compagnia delle Opere” e la Curia di Milano non sono d’accordo; la Conferenza Episcopale che non perde occasione per ricordare che è contro l’aborto, contro le unioni di fatto e le unioni gay, poi… che i divorziati devono intendersi scomunicati, che le ricerche scientifiche sulle cellule staminali sono strumento del diavolo, che la fecondazione assistita è una sorta di connubio tra uno stupro e un rave party e così via, e i politici italiani (ben sapendo che poi c’è il banco di prova delle prediche dal pulpito nelle parrocchie) corrono a baciare i piedi a vescovi e cardinali, promettendo sgravi fiscali, potenziamento delle scuole di gesuiti, monache e così via.
Questa è la differenza tra uno STATO LAICO, come ha da essere lo Stato per universale riconoscimento, dal Medio Evo in poi, e uno Stato confessionale.
Fin quando da noi le cose continueranno ad andare così, non saremo diversi dai Talebani, e non avremo molto da rimproverare a questi ultimi.