La Camera dei deputati ha approvato con 395 sì, 7 no e 14 astenuti la riforma dell’ordinamento forense, stralciando l’articolo 46 che la scorsa settimana era stato accantonato per mancanza di copertura. Il testo ora passa al Senato per la terza lettura. 
 Il via libera sarebbe potuto arrivare la scorsa settimana se non fosse stato per l’approvazione dell’emendamento Beltrandi che all’articolo 46 inseriva la doppia data di sessione d’esame, prevedendo così una diversa copertura finanziaria.
Tutti favorevoli al provvedimento, tranne i Radicali che hanno espresso il loro dissenso con Beltrandi e Antonio Borghesi (Idv) che ha votato in dissenso rispetto alla posizione del partito.
Per Beltrandi la riforma scarica i costi sulle aziente, sugli utenti e sconfessa le sentenze della Corte di giustizia europea e i pronunciamenti dell’Antitrust. “E’ una legge – ha detto in aula Beltrandi – che prevede un accentramento verticistico nel Consiglio nazionale forense con aspetti persino grotteschi, come il giuramento dei nuovi professionisti verso l’odrine forense: un aspetto simbolico, ma che dice tutto su questo testo e sul modo con cui è stato concepito”. Per arginare il numero sempre più crescente degli avvocati secondo Beltrandi si doveva intervenire con una riforma universitaria che non si è voluta fare per anni e adesso “improvvisamente si ergono delle barriere per buttare fuori i giovani dalla professione, complimenti, – ha concluso – questa è una riforma che aggiunge un altro mattoncino al disastro della giustizia italiana”.
 Soddisfazione è stata espressa dal Consiglio nazionale forense, soprattutto per la larga condivisione del testo. Per l’Associazione nazionale forense il testo mostra invece più ombra che luci.
 Il Cnf esprime grande soddisfazione per l’approvazione da parte della Camera della riforma forense, con l’apporto fattivo del governo.

Rileva che il voto finale (395 sì, 7 contrari, 14 astenuti) ha espresso la grande convergenza dei gruppi politici su un testo che l’attento esame parlamentare ha modificato nel solco della più generale riforma delle professioni rispettando la specialità della funzione della professione forense, radicata in Costituzione con il diritto di difesa.

“Questo importante risultato è stato acquisito con il favore di tutta la camera nell’interesse dei cittadini e della tutela della dignità della professione forense”, dichiara il presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa. “ I giovani potranno avviarsi alla professione con maggiore fiducia nel futuro e con maggiori garanzie di qualità, competenza e correttezza. I clienti saranno più tutelati e potranno contare su consulenti e difensori preparati e corretti. A questo punto è necessario perfezionare questo importante impegno del Parlamento con il passaggio definitivo in Senato nel giro di poche settimane. La riforma, una volta approvata, costituirà una solida base per proseguire nel percorso di ammodernamento della professione”.

La riforma tutela innanzitutto cittadini che devono potersi affidare a una prestazione professionale qualificata e trasparente; i giovani, praticanti e avvocati, che potranno muoversi in un mercato professionale concorrenziale che valorizza il merito; affida agli Ordini la funzione di garanzia dell’interesse pubblico alla correttezza della giurisdizione.

Sono tante le importanti innovazioni, riportante secondo l’ordine del testo:
-evitare gli abusi a danno dei cittadini prevendo la specifica competenza dell’avvocato nella consulenza stragiudiziale.
-la possibilità di costituire associazioni multidisciplinari
-previsione di società di capitali senza il socio esterno a garanzia dell’autonomia della prestazione professionale
– le specializzazioni con l’irrinunciabile apporto delle associazioni specialistiche forensi
– la pubblicità informativa anche sul web purché trasparente,veritiera, non suggestiva né comparativa
– l’obbligo di formazione continua per tutti gli avvocati superando il sistema dei crediti formativi
– l’obbligo di assicurazione per la responsabilità civile degli avvocati
-la pattuizione del compenso tra cliente e avvocato è completamente libera. L’avvocato ha l’obbligo di informare il cliente sulla complessità dell’incarico e sugli oneri ipotizzabili e dovrà fornirgli il preventivo, se il cliente lo richiede. I parametri si applicano in caso di disaccordo
-il divieto del patto di quota lite
-l’affermazione della centralità della difesa d’ufficio
-l’esercizio della professione dovrà essere effettivo e continuativo come condizione per la permanenza dell’albo. La prova dell’effettività dovrà prescindere dal reddito
-l’obbligo di iscrizione alla Cassa forense
-gli Ordini forensi hanno finalità di tutela dell’utenza e degli interessi pubblici connessi all’esercizio della professione e al corretto svolgimento della funzione giurisdizionale
– lo sportello per il cittadino presso gli Ordini, per orientarlo nelle prestazioni professionali e nell’accesso alla giustizia
-rappresentanza di genere nelle elezioni dei consigli dell’Ordine, del Cnf e dei Consigli distrettuali di disciplina
-ai praticanti è dovuto il rimborso delle spese; previsto il compenso commisurato all’effettivo apporto professionale
-la pratica, di 18 mesi, potrà essere svolta presso due avvocati contemporaneamente e secondo altre modalità oltre il tirocinio in studio.
-il praticantato sarà ancor più professionalizzante con la frequenza di corsi di formazione specifici promossi dalle scuole forensi
-esame: tre prove scritte e una orale, senza codici commentati
-pieno riconoscimento dell’importanza della deontologia a garanzia del regolare svolgimento della professione
-maggiore tipizzazione degli illeciti disciplinari
– istituzione dei consigli distrettuali di disciplina, con incompatibilità per garantire la terzietà del giudizio disciplinare
-giuramento degli avvocati presso il proprio Consiglio dell’Ordine in seduta pubblica.

Per l’Associazione nazionale forense invece il ddl non risolve il nodo dell’accesso e rinvia una parte fondamentale relativa all’esame di stato.

“La legge sul riordino della professione forense approvata alla Camera, duole constatarlo, non ha nulla che ricordi una riforma se non il titolo, e  non può che suscitare notevoli perplessità perché non risolve alcuno dei problemi effettivi degli avvocati, come ad esempio l’accesso, che viene appesantito dalla previsione di scuole forensi obbligatorie, oltre alla totale mancanza della riforma dell’esame di stato, i cui articoli sono stati stralciati. E’ una pseudoriforma, monca di parti essenziali , che punisce l’autonomia degli ordini a tutto vantaggio di un centralismo fuori moda da anni. Per tutti, tranne che per l’avvocatura.”  

Lo dichiara il segretario generale dell’ANF Ester Perifano.

   

“L’avvocatura – aggiunge Perifano – avrebbe bisogno di ben altro ed è singolare che tutte le forze politiche, con pochissime eccezioni, abbiano espresso consenso per un sistema che ripropone schemi vecchi di quasi 80 anni. Addirittura si è riusciti nell’intento di peggiorare il quadro complessivo, riconfermando l’impianto fortemente antidemocratico del Consiglio Nazionale Forense, al quale, però, vengono attribuiti  nuovi e rilevanti compiti. 

Isolati punti positivi possono essere le nuove modalità elettorali dei Consigli dell’Ordine Circondariali e l’introduzione del  limite a due mandati per gli organismi istituzionali che, stando alla disciplina transitoria, è probabilmente immediatamente operativo, ma sono dettagli che contribuiscono appena ad illuminare un quadro complessivamente a tinte fosche.”

“Il vero punto politico è che di fatto la Camera ha totalmente sconfessato la linea del Governo Monti, annullando in un sol colpo numerose norme, alcune delle quali anche apprezzabili,  che oggi continuano ad esistere e a facilitare la vita solo agli altri liberi professionisti ma non più agli avvocati.”

“Ci auguriamo che il Senato ponderi bene il provvedimento legislativo che gli viene restituito e, se proprio è necessario approvare questa cattiva legge, faccia tutti gli sforzi possibili per riportare  – conclude Perifano –  la riforma sul binario di una modernizzazione della professione che sia effettiva e non di mera facciata.”

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