Il presidente del Consiglio Nazionale Forense Guido Alpa ha inviato oggi una lettera al Presidente della Camera, al Presidente della Commissione Giustizia e a tutti i capigruppo dei partiti , per chiedere il loro sostegno affinché la legge di riforma professionale venga approvata dal Parlamento senza ulteriori ritardi e nel rispetto sostanziale del testo che la Commissione Giustizia della Camera ha varato prima dell’estate. Tenendo conto anche del fatto che i tempi della legislatura si annunciano molto brevi.
Alpa nella lettera ha informato i responsabili istituzionali e politici della Camera delle numerose delibere di adesione alla posizione del CNF arrivate in queste ore dalle Unioni e dagli Ordini forense di tutta Italia- 9 Unioni territoriali e 112 Ordini forensi, ai quali sono iscritti oltre 160mila avvocati.
L’Avvocatura sottolinea dunque con forza che riaprire negoziazioni su quel testo significherebbe tornare indietro di tre-quattro anni, tradendo il lungo lavoro svolto in tutto questo tempo dal Parlamento stesso, che ha recepito le indicazioni contenute negli interventi del Governo Monti in materia di concorrenza e di difesa degli interessi dei cittadini, a partire dall’abrogazione delle tariffe e dall’introduzione della assicurazione obbligatoria per il professionista
Alpa ribadisce inoltre quelli che l’Avvocatura considera elementi qualificanti e irrinunciabili della riforma che dalla prossima settimana sarà in calendario a Montecitorio:
-l’accesso qualificante alla professione;
-la qualità della prestazione professionale realizzata con l’ aggiornamento permanente e le specializzazioni;
-l’organizzazione professionale attraverso la modifica della struttura delle s.t.p. che escluda soci di puro capitale;
-la nuova struttura del procedimento disciplinare con diverse articolazioni presso gli Ordini;
-la qualificazione della consulenza diretta a garantire che il cittadino possa essere correttamente e professionalmente assistito, in questa fase non meno rilevante per la tutela dei diritti;
-l’esercizio nobile di un ruolo non sostituibile dei Consigli dell’Ordine, che non può e non deve essere mortificato.
L’atteggiamento assunto dal Governo, dall’ostruzionismo al testo approvato dalla Commissione Giustizia e ora rimesso in discussione in aula, all’assunzione di alcuni provvedimenti senza il necessario confronto con le rappresentanze degli avvocati (come ad esempio il provvedimento sulla geografia giudiziaria) fino alle riforme procedurali del processo civile e al mancato stralcio della professione forense dai regolamenti, genera molto scontento tra gli avvocati che, produttori di reddito e di occupazione, sono anch’essi colpiti dalla gravissima crisi che attraversa il Paese. Ed alla quale vogliono reagire con maggiore qualificazione e motivazione.