Ogni viaggio alla scoperta della Sicilia  dovrebbe partire da lì, da quella pagina di pietra aperta sul paese di Racalmuto in cui sono incise le parole del suo cittadino più illustre, Leonardo Sciascia: «Ho tentato di raccontare qualcosa della vita di un paese che amo, e spero di aver dato il senso di quanto lontana sia questa vita dalla libertà e dalla giustizia cioè dalla ragione».

Racalmuto, in provincia di Agrigento, ricorda molti altri paesini dell’entroterra siciliano, con poche case, il corso, la chiesa, adagiato su una collina bruciata d’estate dal caldo torrido.

Sciascia_RacalmutoNon è di passaggio, ma gli appassionati lettori di Sciascia e coloro che vogliono conoscere i luoghi in cui si è formato e ha vissuto l’autore delle Parrocchie di Regalpetra, ci vanno a posta; visitare Racalmuto è anche un modo per conoscere meglio le sue opere perché, come si legge in uno dei saggi di Vincenzo Consolo, «Sciascia è lo scrittore che è perché è nato a Racalmuto».

 Tappa obbligata per tutti, studiosi e non, è la “Fondazione Leonardo Sciascia” la cui sede si trova in un’ex centrale elettrica dell’Enel. E’ stata istituita dal Comune d’intesa con lo scrittore ed è possibile trovare quasi tutte le edizioni italiane e straniere dei suoi libri, le lettere ricevute in mezzo secolo d’attività letteraria e una biblioteca fornitissima con più di novemila volumi, due mila dei quali sono stati donati dalla famiglia Sciascia su espressa volontà dello scrittore.

Colpisce, in particolare, la pinacoteca che raccoglie più di duecento ritratti di scrittori, realizzati con tecniche differenti e in diverse epoche, quasi tutti donati da Leonardo Sciascia.

Essere guidati nella visita alla fondazione dal nipote di Sciascia, Vito Catalano, è un privilegio. «Ai  volumi e a tutte le lettere ricevute dall’autore di “A ciascuno il suo” – ci spiega –  si sono aggiunti nuovi acquisti, piccole donazioni di case editrici e, recentemente, volumi e corrispondenze di Giacomo Gagliano e Francesco Guardione (il primo critico teatrale e letterario della prima metà del Novecento, il secondo importante storico siciliano vissuto fra la seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento). Si possono leggere lettere di Michele Amari, Luigi Pirandello, Arnoldo Mondadori, Vitaliano Brancati, Angelo Musco, Marta Abba». E tanti altri, da Pier Paolo Pasolini a Italo Calvino, da Elio Vittorini a Jorge Guillén, e ancora Goffredo Parise, Giuseppe Pontiggia, Vincenzo Consolo, Gesualdo Bufalino.  Si tratta di parte della corrispondenza intrattenuta per oltre mezzo secolo, una testimonianza “di prima mano” di buona parte dell’attività letteraria europea della seconda metà del Novecento. Di particolare interesse anche la mostra fotografica permanente “La Sicilia, il suo cuore”, interamente dedicata a ritratti d’autore di Sciascia.

La Fondazione, oltre a custodire gran parte dell’immenso patrimonio dello scrittore, è anche molto attiva nell’organizzazione di convegni ed eventi. «Sì, oltre a organizzare manifestazioni a Racalmuto spesso, in collaborazione con editori stranieri, Istituti italiani di cultura e associazioni, – ci dice ancora Vito – promuove all’estero incontri su Sciascia: negli ultimi anni in Francia, Olanda, Polonia, Germania».

La prossima manifestazione culturale, alla quale sta lavorando proprio Vito, è in programma per il 13 ottobre, «un incontro su Leonardo Sciascia e il ruolo dello scrittore come consulente editoriale ieri e oggi», come ci anticipa il nipote.« Parteciperanno Divier Nelli, scrittore e direttore della Narrativa Rusconi, e Jean-Noël Schifano, scrittore, traduttore di Sciascia in Francia, consulente editoriale e direttore, per le edizioni Gallimard, della collana Continents noirs. Verrà allestita una mostra intitolata “Il libro come oggetto”, una selezione dei volumi pubblicati nelle collane Quaderni di Galleria, della Casa Editrice Salvatore Sciascia, e La Civiltà perfezionata, della casa editrice Sellerio: due collane che furono ideate proprio da Sciascia, una negli anni Cinquanta e l’altra negli anni Settanta. Io, che mi sto occupando dell’organizzazione, ho voluto invitare Nelli e Schifano non solo perché si tratta di scrittori che decidono i titoli da pubblicare in determinate collane (proprio come Sciascia fece per i volumi che costituiranno la mostra), ma anche perché entrambi sono in qualche modo collegati allo stesso Sciascia. Schifano ha tradotto in francese alcuni suoi libri, ha un vivo interesse per le cronache storiche e per la realtà e i problemi italiani, e scrive non preoccupandosi di andare controcorrente. Sciascia e Schifano, poi, furono legati da una sincera amicizia. Divier Nelli ha scritto, insieme a Leonardo Gori, un romanzo dal sapore sciasciano, “Il lungo inganno”, in cui la storia poliziesca, proprio come accade in certi romanzi dello scrittore di Racalmuto, lascia intravedere le ombre che hanno caratterizzato la politica italiana del Novecento; e lo stesso Nelli mi ha confermato, all’inizio della nostra corrispondenza, che parla spesso di Sciascia quando tiene i suoi corsi di scrittura».

Vito, che ha 33 anni e vive tra la Sicilia e la Polonia, ha ereditato dal nonno la passione per la letteratura e la scrittura, «cerco sempre di non stare lontano dalla Noce e da Racalmuto per più di tre mesi», ci confida.

«Sono cresciuto in mezzo ai libri, amo leggere e amo, quando viaggio, cercare i luoghi letterari (siano luoghi in cui hanno vissuto gli scrittori o luoghi di romanzi). Ho avuto la fortuna di poter passare i primi dieci anni di vita vicino a mio nonno (proprio lui diceva che i primi dieci anni di vita sono i più importanti nella vita di un uomo). La Noce , la campagna dove mio nonno amava ritirarsi in estate e scrivere, la sento come il punto di incontro di molte delle cose che sento parte fondamentale di me: la memoria, quella mia personale (tante ore piacevoli e intense vi ho passato dall’infanzia fino a oggi), ma pure quella della mia famiglia e delle mie origini; la letteratura, la Noce è un posto che ha visto nascere tanti libri importanti e che è stato anche una specie di circolo letterario di altissimo livello; infine, l’armonia della natura fra suoni e scenari con cui ormai sono in confidenza». Il primo romanzo di Vito Catalano, “Lorma del lupo”, è proprio ambientato nelle campagne e nei boschi siciliani alla fine del Seicento. «Ho cercato – ci spiega – appunto di fare venire fuori suoni, immagini e atmosfere che sono impressi nella mia memoria e che in gran parte provengono proprio dalla campagna e dal paese di Racalmuto. Quando posso ci ritorno e mi fa piacere anche andare in paese, trovarmi in un ambiente in cui la gente mi conosce e mi ferma per strada. A Racalmuto ci sono molte persone intelligenti e oneste che magari non fanno niente per farsi notare».

Statua di SciasciaIn molti si sono chiesti come avrebbe commentato Leonardo Sciascia la decisione, da parte del Consiglio dei Ministri lo scorso marzo, di sciogliere il consiglio comunale per sospette infiltrazioni mafiose. Certo è che proprio da Racalmuto, «un paese nobile» come l’ha definito il Ministro Cancellieri nel corso della sua prima visita, il governo intende ripartire per «una rinascita possibile all’insegna della legalità». Il Ministro Cancellieri da lì ha voluto lanciare un appello: «In nome della legge, in nome della ragione che per Sciascia era un punto di riferimento, chiedo a tutti i cittadini di Racalmuto di credere fermamente che questo può essere un momento di rinascita. La Sicilia sta dando delle prove, abbiamo Confindustria che già da tempo ha dato prova di voler reagire e ha avuto delle belle risposte. Ebbene, trovate lo stesso coraggio, vi garantisco che lo Stato non vi abbandonerà mai».

 Tra i cittadini di Racalmuto si sono levate voci di sostegno al provvedimento ministeriale e voci critiche, ma a prevalere sembra lo stesso atteggiamento di disincanto, «tanto non cambia niente» così come a ogni elezione, comunale, regionale o nazionale. La commissione prefettizia, intanto, continua a svolgere il suo lavoro, in attesa di vedere i risultati.

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