Quella che doveva essere la rivoluzione tecnologica si è rivelata un passaggio complicato e costoso, perché da noi, si sa, tutto deve essere sempre più difficile, altrimenti non ci divertiamo. La cosa curiosa è che contemporaneamente si stanno facendo sempre più frequenti le pubblicità del decoder satellitare. Come se qualcuno volesse suggerire un’altra via d’uscita, una soluzione al problema della cattiva ricezione, con costi aggiuntivi ma sempre e solo a carico degli utenti. Diceva Totò “e io pago!”
Il giorno tanto temuto dello switch off è arrivato.
Nonna Lella, che è una nonna tecnologica, risintonizza tutti i canali da sola senza nessun tecnico ogni volta che “arriva” sul digitale una novità; non saprebbe tradurre la parola switch off, sa solo che questa estate è stata peggio delle altre. E non solo per il caldo.
A luglio è scattato l’ultimo cambiamento dei canali Mediaset nelle liste del digitale terrestre e da quel momento in poi per lei e per molti altri è stato impossibile vedere un film dall’inizio alla fine. «Tutte le sere, ad un certo punto – dice le nonna tecnologica – non c’è più modo di vedere la Tv, d’estate mandano solo repliche, per fortuna, almeno so come va a finire!».
C’è invece chi si arrende; capita allora di raccogliere testimonianze di nipoti e figli che trovano nonni meno intraprendenti ma decisamente avviliti e rassegnati davanti ad uno schermo che tassativamente comunica “nessun segnale”.
«Non sono più io a decidere cosa vedere la sera in Tv – dice nonno Mino – è lei (rivolto al malefico apparecchio, ndr) a decidere; c’è un bel film su Rete4? Niente da fare, si vede Canale 5, se va bene, altrimenti si ripiega sul canale momentaneamente disponibile. Fa niente se è la replica della fiction che ho già visto circa tre volte nelle ultime tre estati». In alternativa c’è sempre la serata musicale in piazza, ma non sempre si ha voglia di uscire.
Il lato positivo di tutta questa storia, infatti è che c’è anche chi ha definitivamente abbandonato la serata televisiva per riallacciare rapporti sociali. Se questo fosse stato l’obiettivo della rivoluzione, bè allora si potrebbe dire che è stato centrato in pieno, da qui a poco avremo un paese meno aggiornato sull’ultima edizione del Grande Fratello ma decisamente molto più vivace e attivo dal punto di vista sociale.
In questo nostro strampalato paese c’è anche questo: la rivoluzione tecnologica si rivela un flop, i palinsesti estivi sono un disastro e se vogliamo vedere qualcosa non resta che comprare l’ennesimo attrezzo (oltre 100 euro di spesa).
La rivoluzione digitale
Nessun programma Tv ha finora parlato dei gravi disservizi che si sono verificati con l’entrata in vigore del digitale terrestre (ci sono però diverse interrogazioni parlamentari sull’argomento). Sul web però si moltiplicano le inchieste con conseguente valanga di commenti. Anche positivi, bisogna riconoscerlo. Come il cittadino che sostiene che da quando è passato al digitale terrestre vede molti più canali, in una definizione decisamente migliore e che quindi i siciliani (gli ultimi in ordine di tempo ad essere passati al digitale) dovrebbero smetterla di lamentarsi come al solito (ma in questo gli insulti non viaggiano solo lungo la direttrice nord sud; si passa infatti anche da valle a valle, con simpatici interventi del tipo: “quegli zoticoni della valtellina si rimbocchino le maniche e la smettano di dire che non funziona niente!”). Spesso chi rivolge così affettuosi commenti ai lamentosi, spiega anche gli interventi che ha dovuto fare: oltre ovviamente a ricomprarsi il televisore di ultima generazione, ha effettuato tutta una bella revisione di antenne, cavi e impianto, per cifre non proprio modiche. Però adesso vede la televisione. Il problema è che anche chi ha acquistato decoder, televisore nuovo e quant’altro non sempre risolve il problema.
Il sito ufficiale del digitale terrestre riporta testualmente:
«se non riesci ancora a vedere alcuni canali digitali, nonostante ti sia opportunamente attrezzato per ricevere la nuova tv con decoder o con un televisore con tuner digitale integrato e hai eseguito pure innumerevoli sintonizzazioni dei canali, non preoccuparti. Anche se sul tuo schermo televisivo appare inesorabilmente la scritta “segnale debole o assente”, e non vedi dal giorno dello Switch-off, ad esempio, i canali di Sportitalia, o quelli di Mediaset Premium, o le emittenti della Rai, con l’aiuto dell’esperto e di queste semplici istruzioni proviamo a ritrovare le stazioni tv scomparse o mai sintonizzate:
Iniziamo con il controllo di tutti i collegamenti: esamina il cavo dell’antenna. Se è ben collegato, o se è troppo vecchio o danneggiato, soprattutto nelle estremità di collegamento. Controlla anche se i cavi Scart sono funzionanti e ben inseriti, e se le connessioni HDMI sono a posto (in caso di decoder HD.
Il decoder per la tv digitale terrestre va collegato al televisore così come accadeva con i vecchi videoregistratori.
L’operazione è molto semplice (…):
Nel caso, sostituiscili con cavi nuovi e di buona qualità.
Se noti delle discrepanze nella lista dei canali, come ad esempio canali a schermo nero, o spostati in fondo alla lista, prova a fare il reset di fabbrica del decoder (o del tv) e reimpostalo dal principio con una nuova sintonizzazione automatica.
Una volta collegato il decoder o il televisore, per ricevere le nuove emittenti, come per la televisione analogica, è necessario eseguire una semplice sintonizzazione che i decoder ed i televisori predisposti per il digitale terrestre possono compiere in modo automatico per tutti i canali.
La sintonizzazione dei canali si svolge in 10 facili passi: (…)»
Alcune piccole osservazioni:
si dice: se, nonostante tu abbia buttato soldi per tv nuova e decoder (opportunamente attrezzato significa aver acquistato!) appare ancora INESORABILMENTE la scritta segnale debole o assente che tradotto significa non vedi un tubo (che non è più catodico) allora devi seguire alcune osservazioni. Attenzione, perché si tratta di sostituire i cavi con cavi nuovi e di buona qualità, di risintonizzare il tutto con 10 (DIECI!) FACILI PASSI. E vi assicuro che i dieci facili passi nonna Lella oramai li sa fare a occhi chiusi è sulla sostituzione dei cavi, che ha qualche difficoltà, perché ancora non ha imparato ad arrampicarsi sul tetto fino all’antenna come l’uomo ragno.
Ironia a parte, questo sta a significare che se nonostante tutto non riuscite ancora a vedere la Tv, dovete chiamare per l’ennesima volta un tecnico e pregare forte che sia una persona professionale e corretta.
Costi ed incentivi
Facciamo allora due conti. All’inizio della rivoluzione digitale, ci furono gli incentivi statali e i decoder, che costavano oltre duecento euro, potevano essere acquistati “solo” a 60 euro grazie agli incentivi (piccolo particolare: perché finiti gli incentivi i decoder hanno continuato a costare 60 euro?). Ma c’è stato anche chi, approfittando delle occasioni ha cambiato anche la televisione, spendendo di più. Molti poi si sono arrangiati da soli collegando e sintonizzando il tutto. I meno tecnologici hanno chiamato i tecnici per la modica cifra di 50 euro a chiamata (se tutto filava liscio).
Chiamate che a volte sono state necessarie per ogni passaggio: dal 2008 ad oggi ce ne sono stati oltre sedici, tante sono state le date di switch off.
Pubblicità
Oggi appunto la recezione del segnale resta ancora cattiva in molte zone della penisola e, guardacaso hanno iniziato ad affacciarsi le pubblicità al decoder satellitare. Che significa? Che per vedere bene la televisione bisogna passare alla parabola e comprare un decoder per questa che però vale per un solo apparecchio, quindi significa che bisognerà acquistarne uno per ogni tv di casa. Costo: oltre cento euro a decoder, ma almeno stavolta non ci sono gli incentivi, così paghiamo tutto noi e dormiamo sonni tranquilli senza chiederci che fine hanno fatto gli incentivi di quattro anni fa.
Era meglio quando si stava peggio
Ho iniziato a parlare come mia nonna. Però vorrei solo mettere insieme alcune cose: prima accendevo la televisione con un pulsante, adesso devo accendere il decoder, prendere il primo telecomando, accendere la tv, prendere il secondo telecomando, avviare i canali del decoder e regolare il tutto con il secondo telecomando. Dopo uno stress di circa cinque minuti, se ho fatto tutte le manovre nella giusta sequenza posso sedermi tranquilla, altrimenti devo ricominciare tutta la trafila da capo. E se c’era da vedere qualcosa al volo (della serie, telefonata della sorella: “corri accendi che sta andando il servizio della tua amica”) amen.
Cinque semplici domande..
Ci stiamo chiedendo che fine abbia fatto il progetto banda larga, che le imprese del nostro paese hanno sempre chiesto a gran voce, che la Commissione europea in questi ultimi anni ha cercato di promuovere con fondi, guide pratiche e direttive, illustrando i punti di forza e di debolezza dei vari modelli di investimento in infrastrutture Internet ad alta velocità. Esiste anche una guida pratica per le autorità di gestione e per i promotori di progetti con indicazioni su aspetti di cui bisogna tenere conto al momento della pianificazione di un investimento in infrastruttura a banda larga nel settore pubblico. La guida riporta una rassegna dettagliata di diversi progetti di investimento nella banda larga, la maggior parte dei quali cofinanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale.
– Perché anziché pensare agli incentivi statali per comprare il decoder non si è investito sulla banda larga, facendo anche una campagna di informazione capillare sui progetti finanziati dall’Unione europea?
– Perché a fronte dei promessi 7 Giga nelle nostre case non ne arrivano mai più di 3?
– Perché finora non c’è stato un programma televisivo che ha affrontato seriamente le disfunzioni del digitale terrestre parlando dei tanti disservizi?
– Perché si sta cercando di spingere l’utenza verso la piattaforma satellitare?
– Ma soprattutto perché non possiamo vedere i programmi via internet?
A questo punto arriviamo a proporre qualche semplice soluzione.
Soluzioni
Perché non è possibile vedere i programmi per cui SI PAGA UN ABBONAMENTO su internet?
ad esempio, Sky ha iniziato ad offrire il servizio skyGo che offre su internet alcuni programmi del pacchetto per i quali si è pagato l’abbonamento. Per il momento sono solo alcuni, ma la speranza è che col tempo si arrivi al pacchetto completo. Per vederli basta inserire l’account con il quale si è fatto l’abbonamento.
La domanda allora (e la proposta) è: perché ad esempio la Rai, alla quale paghiamo un abbonamento, non ci permette di vedere i programmi via Internet?
Perché, qualcuno potrebbe rispondere si è legati ad una vecchia legge che collega l’abbonamento all’apparecchio televisivo e non al computer.
Basterebbe allora cambiare la legge, prevedendo una password al pagamento dell’abbonamento che permetterebbe di entrare nel servizio dei programmi via internet.
Non è difficile né complicato: risulta molto più complicato vedere i programmi tramite digitale terrestre.
Di sicuro il primo parlamentare che propone e riesce a far approvare una modifica del genere si assicura la rielezione a vita, almeno da parte di tutti quei nonni che in questa torrida estate 2012 hanno “vegliato” un televisore dallo schermo grigio con la scritta “segnale debole o assente”.
Ma la soluzione migliore resta sempre una: spegnere tutto, accendere il cervello e dedicarsi alle relazioni sociali (o anche all’eremitaggio, mica fa male).