Quando il gioco si fa duro, scende in campo chi ce l’ha duro. In questo caso Daisy Pirovano, sindaco di Misano Gera d’Adda (provincia di Bergamo), un paesino di 3000 abitanti diventato un parco giochi per la giunta comunale. Suo padre, il deputato e senatore leghista Ettore Pirovano (anche lui in provincia di Bergamo, ma come presidente), aveva provato a finanziare una scuola padana, dove al posto dell’italiano si imparava la ricetta della polenta alla scorreggiona.

Colto sul fatto è stato condannato a risarcire il comune di Caravaggio, ma è rimasto in piedi e ben saldo al suo posto, riuscendo a piazzare sua figlia sulla poltrona di uno sputo a sud di Bergamo, all’insegna della tradizione ereditaria della Lega Nord. La piccola Daisy, il cui nome ha chiare origini lombardo-venete, scopre troppo presto che a Misano Gera d’Adda non c’è un cazzo da fare. Ma sentendosi in dovere di dimostrare a tutti le proprie competenze, inizia a puntare il dito contro i problemi seri e importanti che coinvolgono i cittadini. Tra questi: l’attraversamento pedonale tinto di verde padano e una sfilza di divieti da far invidia a Stalin. Vietato appoggiare le biciclette al muro, vietato bere alcolici all’aperto, vietato stendere i panni o giocare a pallone vicino alle “aree pubbliche”.

Il regolamento impedisce anche di sbattere i tappeti da finestre e terrazzi e di usare bombolette spray, inchiostro simpatico, farina, petardi, di sputare per terra e soddisfare in pubblico i propri bisogni corporali. D’accordo, alcune (un paio?) tra queste proibizioni sono condivisibili e fanno appello all’educazione, tuttavia, se si vuole andare a comprare mezzo chilo di farina in bicicletta da oggi si riceverà una bella sanzione da 500 euro che ingrassa le tasche del comune, cioè della famiglia Pirovano. Future disposizioni prevedono parcometri dentro casa per i divani in salotto e mutande verdi obbligatorie.

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