Avvocati sul piede di guerra. oggi si è svolto l’incontro tra il ministro della Giustizia Paola Severino e i rappresentanti del mondo forense ma dal tavolo non sono uscite proposte concrete. Al contrario il Consiglio nazionale forense ha dichiarato che “Non ci sono le condizioni per il dialogo. Subito dopo l’incontro, in segno di evidente protesta l’Organismo unitario dell’avvocatura ha proclamato due giorni di sciopero a settembre, il 21 e il 22 contro la chiusura degli uffici giudiziari, contro la riforma del Processo divile e contro la riforma della professione forense.

MAURIZIO DE TILLA, OUA: “Fino ad ora non si è voluto dialogare su nulla e non sono accettabili compromessi sui diritti dei cittadini. Non possiamo che proclamare altre due giornate di astensione dalle udienze. Oggi al Ministro Severino abbiamo confermato la disponibilità al confronto su proposte concrete per riformare la giustizia e la professione forense. No, però, alla rottamazione dei diritti e dei processi pendenti e al mantenimento del fallimentare esperimento della mediaconciliazione obbligatoria. Si riparta dal Decalogo presentato dall’Oua: dal processo telematico all’estensione delle prassi positive, dai tribunali tecnologici, all’autogestione delle risorse e la riorganizzazione degli uffici”.

La Giunta dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua) ha proclamato l’astensione dalle udienze il 20 e 21 settembre contro la revisione della geografia giudiziaria varata dal Governo e i provvedimenti sul processo civile, la riforma forense e la media-conciliazione obbligatoria. L’Oua riconferma, inoltre, la volontà al dialogo su proposte concrete di riforma della macchina giudiziaria. Interlocutorio l’incontro, oggi pomeriggio tra l’avvocatura e il Ministro della Giustizia, Paola Severino. Per l’OUA ha partecipato il presidente, avv. Maurizio de Tilla, insieme all’avv. Gaetano Amoroso.

 

“Senza lo stralcio della professione forense dal regolamento professioni e senza una legge di riforma approvata dal Parlamento vengono meno le condizioni preliminari per avviare un dialogo costruttivo con il Governo. Prendiamo atto della chiusura del ministro guardasigilli su entrambi i fronti: chiusura irrispettosa dell’Avvocatura e delle prerogative del Parlamento”.
E’ di questo tenore il commento del consigliere segretario Andrea Mascherin, che ha guidato oggi la delegazione dell’avvocatura per conto del Cnf all’incontro con il ministro della giustizia a via Arenula. “Consideriamo questo uno schiaffo e riteniamo che chi all’interno dell’esecutivo sta perseguendo un disegno ideologicamente mirato a mortificare il ruolo costituzionale dell’avvocatura e quello delle altre professioni si assume una grave responsabilità nei confronti del sistema Paese”.

L’Esecutivo, in questo modo, sta erodendo le stesse prerogative del Parlamento che formalmente ha manifestato la volontà di andare avanti sulla riforma in tempi rapidi.

Il Cnf, prima di trarre conclusioni definitive, attende la decisione del consiglio dei ministri di venerdì ma “non considera perseguibile qualsiasi soluzione che sottragga di fatto alla discussione parlamentare la formazione dello Statuto dell’avvocatura affidandolo al governo, che per Costituzione può contribuire alla formazione delle leggi ma non certo imporre i suoi contenuti al Parlamento e alle parti sociali”, conclude Mascherin.

 

 

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