Il Consiglio nazionale forense, alla vigilia del tavolo con il ministro della Giustizia Paola Severino chiede al Governo di dare entro domani l’assenso per l’esame della riforma forense in sede deliberante in commissione Giustizia alla Camera.
La richiesta è stata avanzata dalla presidente della II commissione, Giulia Bongiorno, per poter discutere il provvedimento in sede deliberande, accorciando così i tempi e stralciando la professione forense dal regolamento sulle professioni.
E’ con questa aspettativa nei confronti dell’Esecutivo che domani il Consiglio nazionale forense, rappresentato dal consigliere segretario Andrea Mascherin, parteciperà al tavolo convocato dal ministro della giustizia Paola Severino per parlare di smaltimento dell’arretrato, dopo che la prima riunione di giovedì scorso è stata sospesa a causa della notizia della morte del consigliere Loris D’Ambrosio.
Sul tavolo del Governo sin da giovedì scorso è arrivata la richiesta formale della presidente della commissione giustizia Bongiorno di assenso al ritorno della riforma forense (Ac 3900) dall’aula alla commissione giustizia in sede deliberante di Montecitorio. Richiesta avanzata sulla base del consenso dei 4/5 dei componenti della commissione (escluso l’Idv).
Il Cnf esprime apprezzamento per quelle forze politiche che hanno compreso le ragioni della necessità di un percorso parlamentare e si augura che il Governo possa dare una risposta ( di cui ad ora non si ha notizia) entro domani, in modo da affrontare al tavolo tutte le questioni aperte che riguardano il sistema giustizia, nella convinzione che la riforma dell’avvocatura per legge debba necessariamente andare di pari passo. Perciò è assolutamente necessario procedere allo stralcio della professione forense dal regolamento che disciplina le professioni, al pari della professione medica, atteso il ruolo di garanzia di diritti costituzionali. Il mancato stralcio sarebbe inspiegabile, considerata anche la piena compatibilità del progetto di legge parlamentare con il regolamento ministeriale. Il Cnf si augura perciò che il Governo rispetti la volontà parlamentare.
Se dovesse mancare tale approccio, il Cnf prenderà atto dell’atteggiamento del Governo inspiegabilmente irrispettoso del ruolo costituzionale e della dignità degli avvocati italiani.