Continuiamo a parlare di mobbing, ovvero di quel comportamento vessatorio di uno o più individui nei confronti di un altro che provoca danni alla dignità e alla salute psicofisica.
Nei precedenti articoli (correlati a questa pagina nella colonna a destra) abbiamo detto di come sia nato questo concetto, dei campi in cui si può applicare, di come venga vissuto in Italia. Abbiamo inoltre visto come prendano tecnicamente vita queste modalità di comportamento nei carnefici e come si sviluppino i sentimenti nelle vittime; abbiamo infine visto analizzato i danni che può creare il mobbing e quali soluzioni preventive possano essere messe in atto. Ora è la volta di uno sguardo ai diversi contesti in cui è possibile ritrovare atteggiamenti di mobbing e ai diversi tipi.

Spettacolare mobbing
Cominciamo dal mondo dello spettacolo, non per parlare di come i cosiddetti Vip lo subiscano (anch’essi lavoratori), ma per provare a rispondere ad una interessante domanda rivoltami in occasione dello scorso articolo: come viene trattato il mobbing nel cinema, nella televisione e nella letteratura.
Trattandosi di “creazioni” dell’uomo, è ovvio che le opere narrative e figurative seguono la fantasia di chi le elabora: un po’ seguono i tempi, un po’ tecniche stilistiche del mezzo utilizzato. Ma è forse possibile individuare due assi principali: quello drammatico e quello comico.
Per quanto riguarda l’aspetto drammatico, nelle novelle televisive o letterarie è spesso rappresentato il concetto “chi la fa l’aspetti”. Vi possono dunque essere due chiavi rappresentative: costruire personaggi ad hoc, con i quali non ci si identifica, che meritavano il mobbing oppure farlo subire ad un protagonista che poi riuscirà, tra mille peripezie, a rivalersi. Oppure rappresentarlo in opere di denuncia in cui viene espressa tutta la crudezza della situazione.
Per quanto riguarda il versante comico, l’obiettivo è far ridere su cose serie. Viene inoltre evocato il sentimento del “mal comune mezzo gaudio”. Talvolta si sente il bisogno di una rivalsa del perseguitato: memorabili sono le scene della vincita a biliardo di Fantozzi, sotto gli occhi orgogliosi della moglie, e il coraggioso commento sulla “Corazzata Potemkin”.

Doppio mobbing
Ma torniamo alla realtà, talvolta più intricata e complessa della fantasia: parliamo del doppio mobbing.
Non si tratta di un tipo diverso o più intenso, né indica una persona che subisce mobbing da due persone diverse. Più semplicemente il doppio mobbing sta ad indicare una situazione in cui rischia di trovarsi il mobbizzato: dapprima rifiutato unicamente dall’ambiente della sua vita in cui sta subendo mobbing, per poi arrivare ad essere rigettato anche dagli altri. Ciò perché cambiando il suo modo di comportarsi, e diventando monotematico negli argomenti, viene allontanato anche dagli altri contesti importanti per la sua vita, talvolta gli unici appigli rimastigli. E’ ovvio che questa situazione è particolarmente drammatica.

Il mobbing verticale e il mobbing orizzontale
Una distinzione tecnica che viene fatta nel mobbing è quella tra orizzontalità e verticalità, ovvero se esso venga perpetrato da un proprio pari (mobbing orizzontale) o da qualcuno di differente posizione, come un sottoposto o un superiore, in questo caso parleremo di mobbing verticale.
In particolare, il mobbing verticale da parte di un superiore viene chiamato anche bossing o, nel caso si riferisca all’ambiente lavorativo, job-bossing.

Bossing
Essendo un tipo di mobbing messo in atto dai piani alti dell’azienda, è caratterizzato dalla stessa freddezza e lucidità che contraddistinguono in generale le attività aziendali. Si avvale di una tattica ben precisa che gli è valsa il nome “mobbing strategico”. L’obiettivo è chiaro: ottenere le dimissioni di un dipendente scomodo.
Solitamente i motivi che inducono a pensare che un dipendente possa essere scomodo sono: la sua inutilità per l’azienda, la sua abilità sotto media o sopra media (nel caso arrechi gelosie o squilibri nell’impresa), il suo essere poco affine al “volto” dell’azienda, o semplicemente la necessità di tagliare il personale. Oltre a questi, vi possono essere motivi più personali: se il capo è amico o parente di un dipendente, può sfruttare la sua posizione sul lavoro per “regolare i conti” di privati dissapori, questo diventa pericoloso e trasformarsi in bossing soprattutto se i dissapori diventano dissidi.
Qualunque sia il suo incipit, essendo il bossing una lotta ìmpari diviene particolarmente dolorosa per la vittima: “i piani alti” sanno bene come muoversi per ottenere qualsiasi aiuto di cui avranno bisogno da parte di “complici” mentre la vittima si trova esattamente nella condizione opposta, sentendosi sola, confusa e profondamente spaventata della situazione.
Spesso il bossing viene realizzato con un unico atto e allora si tratta di straining.

Straining
Straining deriva dall’inglese to strain che significa affaticare, pressare, mettere sotto pressione, Ege introdusse questo termine per riferirsi a quei casi in cui non vi fosse una persecuzione continua, ma solo casi sporadici che però riuscivano a mantenere l’individuo in una posizione di costante disagio psicologico.
Lo straining può consistere in un demansionamento o in una dequalificazione (il comportamento vessatorio è singolo, ma essendo perdurante nel tempo, perdurano i suoi effetti psichici collaterali).

Tipi di bossing
Come abbiamo visto il bossing nell’ambiente lavorativo viene chiamato anche job bossing, questo per differenziarlo dagli altri tipi di bossing perpetrati in altri contesti è possibile che si creino azioni di mobbing.
Esistono ad esempio il “military bossing”, lo “school bossing”, il “family bossing” e addirittura lo “sport bossing” e il “club bossing”.
Il mobbing può essere messo in atto in qualunque tipo di aggregazione sociale (creando eventuali situazioni di bossing), dall’ambiente lavorativo al club della squadra del cuore. Ma del mobbing nei diversi contesti di vita parleremo prossimamente.
Diversamente da Ege, che ritiene fuorviante parlare di mobbing al di fuori del lavoro, credo che allargare questo concetto ai diversi ambienti possa aiutare a concepire questa vessazione come qualcosa di più che un semplice danno sul lavoro.
Comunque li si voglia chiamare, questi atteggiamenti esistono o possono esistere ovunque vi sia qualcuno intenzionato a mettere in cattiva luce o allontanare (come vedremo anche solo psicologicamente) qualcun altro.
Nel prossimo articolo parleremo del mobbing nell’ambiente scolastico, in quello militare e in quello familiare.
Intanto potrebbe essere un buon esercizio cimentarsi nell’elaborazione di una filosofia che si ispiri alla forza d’animo fantozziana nel superare ogni situazione.

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