Il mercato cinematografico è in crisi. A livello globale e – soprattutto – a livello locale. In Italia nell’ultimo anno (dati maggio 2011-maggio 2012), i biglietti strappati e gli incassi hanno segnato un -17% e un -18% rispetto al biennio precedente. Svanito l’effetto meraviglia del 3D, il dato più rilevante è un altro: nell’arco degli ultimi dieci anni (dal 2001 al 2011), 812 monosale sono state chiuse.
Ad aggravare la situazione, la mancanza di coordinamento e coraggio politico per rilanciare l’industria del cinema. Un regime distributivo miope concentra le uscite di una stagione cinematografica lunga dodici mesi, da settembre ad aprile. L’assenza di una produzione di genere, fagocitata dalla Tv, fa sì che da almeno vent’anni non si finanzino quasi più opere d’autore e indipendenti. Il passaggio da una visione solida ad una liquida, generata dalle accelerazioni della rete (dalla sala alla Tv, dallo schermo del computer allo Smartphone e l’iPad), ha mutato l’esperienza dello spettatore. Il download dal Web ha sancito l’accessibilità democratica ad ogni contenuto: piattaforme come YouTube e i defunti MegaVideo e AnimeDB (subito sostituiti dai vari Putlocker e Movshare) mettono in discussione il principio del diritto d’autore. Quadro sconsolante quanto si vuole, cui alcuni elementi coraggiosi cercano di dare una scossa.

Crowdfunding, ovvero il microfinanziamento condiviso
Il crowdsourcing è un nuovo modo di trovare forme di collaborazione professionale per i freelance della rete. Il neologismo (fusione di “crowd”, folla, e “sourcing”, esternalizzazione) inizialmente era associato a quelle forme volontarie e gratuite di creazione e di condivisione dei contenuti. Il crowdfunding funge invece da centro di raccolta di microfinanziamenti su Internet. Sono i singoli utenti a pagare un progetto, stabilendo il proprio budget e chiedendo alla comunità online di agevolarlo con piccole donazioni. Interactor (www.filminteractor.com) e Mobcaster (www.mobcaster.com) sono piattaforme specifiche dedicate alla raccolta fondi per le produzioni indipendenti. Dalla condivisione del progetto alla fase finale della post-produzione, la comunità che finanzia il film può diventare produttore esecutivo o associato accedendo ai videodiari quotidiani, dialogando con i filmmaker via blog, visitando i set. Dopo l’esperimento napoletano di Fund for Culture (sistema di raccolta fondi per aiutare l’arte, l’archeologia, la letteratura, il teatro, la musica e il cinema con offerte individuali: www.fundforculture.org), in tanti hanno seguito l’esempio. È il caso di Eppela (www.eppela.it), sistema che raccoglie fondi per la realizzazione di progetti legati ad arte, tecnologia, cinema, design, musica, fumetto, innovazione sociale, scrittura, moda e no profit. Cineama (www.cineama.it) è un laboratorio on line per la creazione, produzione e distribuzione di film indipendenti, aperto ai professionisti, ai creativi e agli appassionati di cinema. Produzioni dal Basso (www.produzionidalbasso.com) organizza e trova finanziamenti per qualsiasi forma di autoproduzione, in manira gratuita e senza intermediazione. I progetti sono divisi in quote, in molti casi tutti coloro che hanno acquistato una quota vengono inseriti nei crediti dei titoli di coda, fino a chi acquistando più quote, figura come produttore del film.

reggianiPer “Non scomparire!”
Senza più contare sul contributo statale, ma soltanto su quello automatico (tax credit e contributi sugli incassi), alcune produzioni italiane puntano sempre più su questo sistema. Non scomparire!, opera seconda di Pietro Reggiani dopo l’ottimo L’estate di mio fratello, ha lanciato una campagna di raccolta fondi per riuscire a recuperare il 15% (27.000 euro) dei costi di produzione ancora scoperti. Singolari le strategie di comunicazione per attirare appassionati e curiosi: “ricompense” come gadget (spille e t-shirt), possibilità di fare la comparsa, “partecipazione speciale invisibile” segnalata nei titoli di coda, quote di utili del film (per chi voglia donare più di 500 euro). 9 onde, lungometraggio scritto e diretto da Simone Saibene, fa leva sul portale Elcercano.com per la realizzazione di un film senza istituzioni pubbliche o produttori. Le formule di partecipazione sono tre: la vendita di azioni del valore di 100€, che daranno diritto allo 0,4% dei proventi che genererà il film nel corso dei prossimi 25 anni; la vendita di partecipazioni del valore di 50€, senza generare un corrispettivo economico in caso di proventi, dando però diritto al possessore di comparire, con il proprio nome e cognome, tra i credits del film; una formula partecipativa via Internet che, a partire da singole quote da 10€, darà diritto a un biglietto per l’anteprima e a un foglio di ringraziamento per l’aiuto concesso. Quity infine, è un film collettivo guidato da Federico Greco e diretto da cinque allievi del Corso di Scrittura e Regia del CineTeatro (Stefano Chiavarini, Emanuele Michetti, Stefano Petti, Nicola Ragone e Daniele Stocchi). Il lungometraggio è stato prodotto da tutti coloro che vi hanno collaborato ed è stato realizzato grazie al contributo legale di The Coproducers, sistema produttivo nato nel 2002 ad opera di Eros Puglielli, Marco Bonini, Gabriella Blasi e Natalia Paoletti. The Coproducers realizza progetti audiovisivi in co-produzione congiunta di tutti i partecipanti, i quali diventano, in cambio del loro contributo finanziario, lavorativo o artistico, proprietari di una quota dei diritti di sfruttamento economico del film.

Visioni on demand
Se la produzione arranca, la distribuzione non gode certo di vita migliore. Soprattutto quella indipendente. Le sale sono ormai inaccessibili per un certo tipo di cinema. L’asse andrebbe spostato su una rete alternativa di festival, associazioni, istituti di cultura. Elementi capaci di lavorare sul territorio, suscitare interesse, dare visibilità ai titoli e moltiplicarne i successivi sfruttamenti. Il mercato on line rientra in pieno nella trama di queste differenti strategie. Negli Stati Uniti è ormai diffusa da diversi anni la pratica dell’acquisto sul Web. I film – ha ancora senso usare questo termine con la progressiva estinzione della pellicola e l’uso del digitale come formato di ripresa e di supporto? – possono essere noleggiati (in download temporaneo) o visti in streaming ad un costo ridotto. Piattaforme quali www.netflix.com, www.amazon.com (con il concorrenziale Amazon Prime Instant Video) e www.hulu.com sperimentano da tempo (e con successo) la distribuzione in rete. Film indipedenti, inediti passati soltanto nei festival, rarità che non hanno avuto edizioni home video. Su siti come www.mubi.com, www.dafilms.com (progetto della Doc Alliance Films per la promozione del documentario; il corrispettivo italiano è www.onthedocks.it), www.ubu.com (archivio di suoni e visioni d’avanguardia) e www.animateprojects.org è possibile rintracciarne a bizzeffe.
In Italia l’apertura a forme di questo tipo stenta a decollare, seppure qualcosa comincia a muoversi. Inevitabile con l’egemonia delle grosse società di distribuzione che divorano gli spazi e la progressiva scomparsa delle piccole sale a vantaggio dei grossi multiplex. Movie On Demand (www.movieondemand.it) offre una library digitale che consente il noleggio per un limitato periodo di tempo o l’acquisto in maniera permanente di film. Il portale My Movies (www.mymovies.it/live) offre film in streaming in anteprima su Internet, con un modello multicast che assicura una diretta live dell’evento per una visione condivisa, che permette lo scambio in tempo reale di opinioni, impressioni ed emozioni. Innovativa è stata la partnership con il Far East Film Festival di Udine: con la sezione Wide Far East Film, è stato possibile seguire il festival direttamente dal proprio computer o in mobilità da tablet e smartphone. A partire dal film d’apertura, Sunny di Kang Hyeong-Cheol. Own Air (www.ownair.it) permette di scaricare film (soltanto per un limitato periodo di tempo) da un ricco catalogo o tra quelli proposti in esclusiva. La libreria include chicche mai passate in sala (tra le ultime, Kaboom di Gregg Araki e Ashes of Time di Wong Kar-Wai), documentari e cortometraggi. Indieframe (www.indieframe.tv) focalizza la propria attenzione su opere spesso di difficile reperibilità sul mercato italiano (ultime novità in catalogo Kinatay di Brillante Mendoza e L.A. Zombie di Bruce LaBruce), disponibili in streaming, download o acquisto del dvd. Dello stesso gruppo fa parte Queerframe (www.queerframe.tv), specializzato in cinema d’autore LGBT. Chili (www.chili-tv.it) dà la possibilità di noleggiare o acquistare vari titoli, visibili attraverso diversi apparecchi: dal televisore al computer, passando per tablet e smartphone. PopcornTv (www.popcorntv.it) è una vera e propria web zone multipiattaforma on demand in streaming, su cui si possono vedere film, video musicali, filmati sportivi e animazioni, senza bisogno di abbonarsi nè registrarsi. Infine, anche Repubblica si adegua e propone due visioni, gratuite ed integrali, su www.repubblica.it. La prima è stata quella di Isole, film di Stefano Chiantini presentato al Festival di Toronto, uscito in sala l’11 maggio scorso e dal 16 visibile sul sito. Interpretato da Asia Argento, Giorgio Colangeli e Ivan Franek, il lungometraggio è stato prodotto da Gianluca Arcopinto, che ha commentato fiducioso la sfida lanciata al mercato distributivo: «Bisogna cercare strade nuove, nuove forme di diffusione e di fruizione che aiutino il cinema italiano ad avere visibilità e a ritrovare l’affetto del pubblico, soprattutto quello delle nuove generazioni. Penso che i tempi siano maturi per pensare ad Internet come ad una grande risorsa.» Una scommessa che pare solleticare il portale più letto in Italia: dall’8 giugno è stato lanciato gratis, in anteprima e in esclusiva, lo streaming dei cortometraggi d’autore realizzati per festeggiare il ventennale del festival Arcipelago. Un appuntamento al giorno con le short stories di Pappi Corsicato, Edoardo Winspeare, Davide Marengo, Simone Massi, Gianluca Arcopinto, Paola Randi, Mario Amura, Chiara Malta, Bruno e Fabrizio Urso. Dalla ritualità collettiva della sala all’individualismo del piccolissimo schermo, il passo è sempre più breve.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *