Grey’s Anatomy: anatomia di un successo planetario. Il 17 maggio è andato in onda in America l’episodio finale della ottava stagione che noi vedremo tra circa un mese, il 25 giugno e i comunicati ufficiali della ABC, il network che produce la serie, danno confermata la produzione della nona stagione.

In molti hanno tirato un sospiro di sollievo, Grey’s Anatomy è una di quelle serie che crea forte dipendenza e molti affezionati temono l’effetto “orfano”, quello che si è provato a livello planetario dopo l’ultima puntata di Lost… ovvero “e mò che si fa?” Ma qual è il segreto per tenere avvinghiati milioni di persone per 8 anni davanti a un episodio? Per Grey’s anatomy è sicuramente quello di essere riuscito a trasformare una soap opera, una telenovela, quindi un prodotto dove il motore principale è l’intreccio amoroso con tutte le sue declinazioni in un’esperienza molto chic che non ti fa sentire in colpa quando il giorno dopo incontri il collega di lavoro e ti ritrovi a parlare con lo stesso tono di chi commentava negli anni ’80 una puntata di Dancin’ Days o Ciranda de pedra o la terrificante Andrea Celeste, l’unica donna al mondo che piangeva 80 volte in meno di un’ora.

Siamo cresciuti con questa serie e l’abbiamo vista crescere: come un adolescente l’abbiamo vista in piena tempesta ormonale: ci sono tate almeno due se non tre stagioni dove gli ingredienti erano principalmente sesso, sesso divertente, sesso tragico, sesso corna, sesso familiare, sesso negli sgabuzzini. L’abbiamo vista maturare, per cui, pur continuando a trombare, si sono costituite solide basi familiari. Beh non aspettatevi la famiglia convenzionale ma il triangolo due mamme sposate con figlia avuta da un momento di debolezza etero di una delle due è non solo una trovata geniale in termini di scrittura ma anche un contributo sostanzioso all’accettazione di questo tipo di realtà nella società contemporanea, soprattutto quella americana così puritana se non proprio bigotta.

Altro segreto è l’utilizzo delle musiche. Immagino che ci sia uno stuolo di scienziati che studi quale sia la miglior colonna sonora, la più attuale, la più adatta, la più alla moda, quella più scaricabile su Itunes. I titoli degli episodi, naturalmente quelli originali sono spesso titoli di canzoni famose. Ecco, l’uso delle musiche nelle serie americane andrebbe maggiormente approfondito per evitare lo scempio a cui assistiamo nelle nostre fiction (dove evidentemente non ci sono scienziati) quando il momento comico è sottolineato in maniera a dir poco imbarazzante da un tema musicale che nel migliore dei casi ricorda quello di “Casa Vianello”, nel peggiore “Benny Hill” e dove, probabilmente per guadagnare con i diritti SIAE, si creano orribili musiche originali.

Ma non è tutto oro quello che luccica e proprio come in una telenovela, con un guizzo di originalità a dir poco feroce ecco che accanto a Eros si affianca Thanatos e infatti uno degli escamotage per tenere “viva” l’attenzione del pubblico, soprattutto in vista della stagione successiva, è quello di far morire qualcuno, meglio se uno dei protagonisti. Come non ricordare il bel marito di Izzie con la struggente storia del cuore rubato (ah! Quale sublime metafora), oppure l’orrore nello scoprire che quel corpo tumefatto e irriconoscibile era quello di George? e del marito della bella Teddy ne vogliamo parlare? Nasce come paziente dell’ospedale pieno di tumori ma senza un soldo (ricordiamo sempre che in America per un semplice braccio fratturato grazie all’assenza di una sanità pubblica puoi spendere anche 5000 dollari tra radiografie, esami ed eventuale intervento chirurgico) e cattura l’attenzione della bella Teddy, cardiochirurgo bionda che spasima per Owen che intanto è sposato con Cristina (ops, scusate, la cameriera che è in me ha preso il sopravvento). Teddy decide di sposarlo per trasferirgli la sua assicurazione sanitaria prevista dal contratto che ha con l’ospedale. Lei lo sposa solo per salvarlo, non lo ama ma lui si innamora di lei e quando anche lei ama lui dopo poche puntate muore sotto i ferri mentre viene tenuta all’oscuro perché doveva a sua volta continuare un’operazione che avrebbe salvato una vita umana.

QUANTO E’ BELLO ESSERE PRESO PER IL CULO QUANDO LO FANNO COSI’ BENE. Riesci a perdonare tutto o almeno una buona parte. Riesci a sorvolare sul piccolo particolare che il Seattle Grace Hospital è il posto più sfigato in almeno tre degli universi conosciuti. Un luogo dove sono i gatti neri a grattarsi i maroni quando lo incrociano e lo fanno anche quando sono stati sterilizzati. Nel suo pronto soccorso non arrivi con una ferita lacero contusa. Eh no! Con quello, se permetti, ci muori da un’altra parte: qui arrivi almeno con un tubo d’acciaio che ti trapassa da parte a parte e sta vicino vicino al cuore e tiene tappata pure l’aorta cosicché se levi il tubo muori dissanguato ma se non levi il tubo diventa un tantinello complicato sopravvivere. E sto descrivendo un caso di quelli facili.

Un paio di righe prima di concludere sulla vocina fuori campo che dà l’incipit alla puntata e tira le conclusioni alla fine. Capisco che la serie si chiama Grey’s Anatomy e che un filo conduttore ci debba essere ma la voce sensuale di Meredith che snocciola frasi lapidarie e zuccherose allo stesso tempo come una quindicenne sul suo diario (questa l’ho sentita e me la rivendo) non si sopporta più.
Comunque tra pochi giorni vedremo come finirà questa ottava stagione… Sono un po’ preoccupato: i bookmaker mi segnalano una prevalenza di personaggi maschili tra i defunti… stavolta potrebbe toccare a una donna…. Capite perché Shonda Rhimes, la creatrice, è un genio? Scusate ma adesso vado a spolverare la mia vetrina con i robottoni Japponesi. Andalù vi saluta e si porta via Grey’s Anatomy.

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