Finalmente le barche sono in porto dopo una stagione sicuramente travagliata nei flutti del mare pallonaro.
Come al solito non è mancato nulla alla regata che attraversa con le sue vele i mari del nostro paese incluse, chiaramente, città, monti, colline, vigneti e coltivazioni di pomodorini.

Una regatata spesso noiosa a causa dei malumori sostanziali di un pubblico sempre più critico e stanco delle continue limitazioni poste dagli arbitri sui campi di regata tipo la vedi o non la vedi, trasferta sì trasferta no.
In più mettiamoci i costi di una famiglia normale con barchetta da 10 metri (i piedi sono misura internazionale): trasferimento, posto barca con vista di spicchio del campo regata, pranzo al sacco, una bibita e caffè sono, ormai, a livelli spaziali contro una qualità di servizio definita scadente in rapporto con le altre nazioni pallonare.

Se poi proprio vogliamo calare l’ancora, anzi la briscola, diciamo pure che la competizione non è stata certo ai massimi livelli con periodi di bonaccia alternati a raffiche di maestrale impreviste che hanno colpito le grandi barche da regata come Inter1 e Milan2. raggiunte spesso dalle piccole classi modello 470 con giovani e spesso sconosciuti skipper che con abili strambate hanno dato miglia nautiche da masticare ai propri avversari nei vari giri di boa.

Mare mosso, bonaccia, raffiche, boe e improvvisi ostacoli hanno colpito Eagle 1 una delle barche più anziane per età storica, del nostro campionato. Diretta, pilotata con attenzione e testardaggine Furlana da un vecchio, esperto, commander che nei flutti generali è comunque riuscito a tirare i remi, scusate, le vele spesso stracciate a bordo all’ultimo secondo.

Adesso, mentre Zebra30 , classico natante da 30 metri derivato da una fregata di nome Agneta, ancora deve decidere dopo la vittoria incontrastata dove mettere tutte le stelline raccolte, noi siamo qui a osservare e attendere con pazienza cetacea il resoconto del referto arbitrale che di qui a poco si abbatterà come i fulmini di Santo Anselmo su alcune delle imbarcazioni per certe telefonatine e accordi, così si dice, non proprio legali.
Ma tanto, si sa, dalla prossima stagione torniamo tutti al mare – mi raccomando pagate la tassa di ripescaggio – a gareggiare come prodi pirati.
Via dunque adesso alle barche e alle loro squadre nei rispettivi box, calino le vele, si rimettano i boma in ordine e per i più arditi che i palloni, spinnaker, riposino almeno per un paio di settimane.
Alla prossima regata!

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