Celebre vino campano, prodotto in 26 comuni dell’Irpinia, tutti in provincia di Avellino, in una zona di quasi 300 kmq che arriva ai confini della provincia beneventana, il Fiano è un grande bianco, tutelato con la Doc a partire dal 1978 e con la Docg dal 2003.
La Docg può essere accompagnata in etichetta dalla menzione tradizionale di origine classica Apianum, che richiama il nome originario del vitigno. Furono, infatti, i greci a introdurre in Italia la Vitis Apicia o Apina e a piantarla nel comune che da essa prende nome, Lapio, tutt’oggi una delle zone a maggiore vocazione. L’appellattivo, citato anche da Columella e Plinio, è da riferirsi al dolce profumo dell’uva, capace di richiamare sciami di api; nel corso dei secoli, il termine Apina, divenne Apiana, poi Afiano, fino all’odierno Fiano.
Storicamente era un vino dolce e leggermente frizzante, già molto apprezzato a partire dal Medioevo, tanto che sono stati ritrovati nei registri ufficiali ordini di Fiano da parte di Federico II di Svevia e di viti da Carlo d’Angiò, che lo volle piantare nella propria vigna reale. Nel XIX secolo la produzione vinicola irpina, complessivamente superiore a un milione di ettolitri, era tanto importante da dettare la costruzione della prima strada ferrata locale, subito ribattezzata “ferrovia del vino”, che facilitò moltissimo l’esportazione verso i mercati italiani ed europei.
A consacrare definitivamente il Fiano e la viticoltura irpina in generale, fu l’istituzione della Regia Scuola di Viticoltura ed Enologia di Avellino, istituita da Francesco De Sanctis nel 1879.
L’invasione della fillossera ridusse, poi, drasticamente gli ettari coltivati a Fiano, tanto che si arrivò a 55 ettari, contro i 560 attuali.
Oggi, le caratteristiche del Fiano sono molto cambiate rispetto al Medioevo: è un vino bianco secco, profumato, elegante e strutturato, con un’ottima finezza e acidità, adatto all’invecchiamento. Oltre al Fiano, che deve essere impiegato per almeno l’85%, altri vitigni permessi dal disciplinare di produzione sono il Greco, la Coda di Volpe, entrambi autoctoni campani, e il Trebbiano toscano; per fregarsi della Docg deve avere un grado alcolico di almeno 11,5° e un’acidità minima di 5g/l. Il colore è giallo paglierino, più o meno intenso, a seconda del grado di affinamento, al naso presenta note agrumate e di frutta secca, macchia mediterranea, fiori ed erbe secche; al gusto è complesso, fine, elegante ed equilibrato, con un lungo finale caratteristico del vitigno, che ricorda la nocciola tostata.
Perfetto come aperitivo, a tavola si accompagna a piatti di pesce, come la zuppa di scoglio, i crostacei crudi o bolliti, il salmone alla piastra e il polipo in umido; da provare anche con un’insalata di porcini e ovuli crudi con scaglie di Parmigiano e con la mozzarella di bufala.
I produttori consigliati
Azienda Agricola Quintodecimo
Fiano di Avellino Docg Exultet, Fiano 100%, venduto in loco a 28 euro.
Visite guidate in cantina e degustazioni su prenotazione.
Via San Leonardo, Mirabella Eclano (AV), tel. 0825.449321, www.quintodecimovini.it/vini.swf
Guido Marsella
Fiano di Avellino Docg, Fiano 100%, venduto in loco a circa 18 euro.
Visite guidate in cantina e degustazioni su prenotazione. Si può pernottare all’agriturismo dell’azienda vinicola, posta a 800 m di altitudine: camera doppia sui 50 euro.
Via Marroni 1, Summonte (AV), tel. 0825.491005, 348.4777019, www.guidomarsella.com
Colli di Lapio Azienda Vitivinicola Romano Clelia
Fiano di Avellino Docg, Fiano 100%, venduto in loco a 12 euro.
Visite guidate in cantina e degustazioni su prenotazione.
C.da Arianello, Lapio (AV), tel. 0825.982184 – 982191, www.collidilapio.it
Villa Raiano
Fiano di Avellino Alimata, Fiano 100%, venduto in loco a 15 euro.
Visite guidate in cantina e degustazioni su prenotazione.
Via Bosco Satrano 1, loc. Cerreto, San Michele di Serino (AV), tel. 0825.595550, www.villaraiano.com