Avviamo con questo articolo una serie di interventi a firma di Giuseppe Acconcia – autore per Infinito edizioni del libro dal titolo “La primavera egiziana” – in vista delle elezioni presidenziali egiziane, previste per il 23 e 24 maggio 2012, con eventuale ballottaggio il 16 e 17 giugno. Si tratta di elezioni delicatissime e storiche che abbiamo deciso di seguire con la massima attenzione grazie alla conoscenza e alla grande sensibilità giornalistica di Acconcia, che ha seguito da piazza Tahrir la primavera egiziana rischiando in prima persona. Ci auguriamo che per la stampa e per i lettori questa breve rubrica potrà essere significativa fonte d’informazione.
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Amr Moussa contro Mohammed Mursi: a poche settimane dal primo turno delle presidenziali in Egitto si profila uno scontro tra l’ex segretario della Lega araba e il dirigente conservatore dei Fratelli musulmani. Ancora aperta tra gli islamisti è la ferita per l’eliminazione del leader carismatico di Libertà e Giustizia, Khayrat-al Shaker, mentre i salafiti sono scesi in piazza Tahrir per denunciare l’assenza di un candidato del partito religioso estremista, dopo l’esclusione di Abu Ismail per questioni procedurali.
Archiviato l’idillio del dopo rivolte tra esercito e partiti ispirati all’Islamismo politico, inizia una nuova fase repressiva dei movimenti religiosi in vista della stesura della Costituzione. È in gioco il nuovo assetto istituzionale dell’Egitto del dopo-Mubarak. Non è ancora chiara la nuova forma di governo. L’Assemblea costituente è ancora criticata dalle forze liberali che hanno lasciato i lavori per la massiccia presenza islamista. E così si va al voto senza sapere quali poteri avrà il nuovo presidente.
Non mancano outsider di pregio. Primo fra tutti Abu Fotuh, medico sessantenne espulso dalla Fratellanza musulmana per aver annunciato di voler formare un partito riformista. È l’anima “rivoluzionaria” della Fratellanza, rivolto alle politiche sociali e vicino ai giovani. In un certo senso, lo scontro impedito dalla dirigenza dei Fratelli musulmani tra progressisti e conservatori avrà luogo apertamente proprio in occasione delle presidenziali.
La seconda sorpresa potrebbe essere Ahmed Shafiq, riammesso all’ultimo momento. Shafiq, ex dirigente delle linee aeree egiziane e ultimo primo ministro scelto dall’ex presidente Hosni Mubarak, è appoggiato dai nostalgici del bandito Partito nazionale democratico (l’ex partito di Mubarak).
I giovani di piazza Tahrir credono che l’unica vittoria del movimento del 25 gennaio 2011 possa avvenire con l’elezione di Khaled Ali.
Dal Cairo, Giuseppe Acconcia (“La primavera egiziana”, Infinito edizioni, 2011, pagg. 157, € 13,00)