ROMA. Crescono le produzioni italiane ma diminuisce il pubblico totale nelle sale: questo il dato principale uscito dalla presentazione dei dati sul cinema italiano del 2011 presentato a Roma da Anica e Direzione Generale per il Cinema del Mibac. Nel 2011 sono stati prodotti 155 film italiani, contro i 142 dell’anno precedente, e tra produzioni e coproduzioni, sono stati investiti 333 milioni di euro. Il cinema italiano ha tenuto alto anche il numero di spettatori nelle sale (+8,26 % di presenze per film italiani, + 9,58% di incassi), ma gli incassi totali nei cinema lo scorso anno sono diminuiti del 10,3% e il numero di spettatori del 7,92. E l’andamento per il 2012, a giudicare dai risultati dei primi mesi dell’anno, sembra negativo: si registra un calo del 16% delle presenze rispetto allo stesso periodo dello scorso anno per i film italiani. Dall’inizio del 2012 (e fino al 15 aprile) rispetto all’analogo periodo del 2011: la quota passa dal 54,92% al 38,47%. Tra gli altri elementi preoccupanti di cui hanno parlato, fra gli altri il Direttore Generale per il Cinema, Nicola Borrelli e i presidenti dell’Anica, Riccardo Tozzi e dei produttori, Angelo Barbagallo c’è la ”diminuzione crescente del pubblico più giovane”. Il box office totale dell’anno scorso, di 661.548.824 euro, registra invece un -10,03%, rispetto ai 735.283.842 del 2010 e diminuiscono anche gli spettatori, si passa infatti dai 110.043.562 del 2010 ai 101.323.854 del 2011 (-7,92%). I film italiani, proseguendo un trend avviato già da tempo hanno chiuso l’anno con il segno positivo: come incassi (+9,58%) e per presenze (+8,26%). Ma la tendenza ha avuto una brusca frenata a inizio 2012 , con dati negativi, dovuta secondo produttori e distributori, alla crisi economica e alla mancanza finora di un blockbuster come Che bella giornata di Checco Zalone. ”Pensiamo entro fine 2012 di arrivare per i film italiani alle stesse quote del 2011, ma comunque sia è evidente che il nostro è un mercato in stallo”, ha detto Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica. In questi primi mesi dell’anno c’è invece un lieve aumento di spettatori per il cinema Usa (dal 33,41% di inizio 2011 al 36,74%) e uno ben più sostanzioso per il cinema francese (dallo 0,84% di inizio 2011 al 9.76% di inizio 2012) trainato dall’enorme successo di Quasi amici. La strada seguita dalla commedia d’oltralpe, è per gli operatori del settore, proprio uno degli esempi da seguire. Per Angelo Barbagallo, ”dovremmo produrre cose meno convenzionali, e riconquistare gli spettatori con film di qualità che sappiano dialogare con il pubblico”. Tra i dati più preoccupanti, c’è la sempre minore affluenza dei giovani in sala. ”Gli esercenti ormai da mesi ci dicono che i giovani sotto i 30 anni al cinema sono pochi, quelli sotto i 25 pochissimi, e quelli sotto i 20 quasi nessuno – aggiunge il presidente dell’Anica -. Tra le cause principali c’è, oltre alla crisi economica, la pirateria, una malattia nazionale, bisogna intervenire”. Stando ai dati, nel 2011 sale il numero dei film prodotti, 155 (di cui 23 coproduzioni), 13 in più rispetto all’anno precedente e anche l’investimento da capitali italiani è stato abbastanza stabile rispetto al 2010, toccando quota 333 milioni di euro, con un investimento complessivo dello Stato per il Cinema di 96 milioni di euro (fra tax credit e contributo pubblico tradizionale). Inoltre il pubblico del Nord Italia consuma cinema italiano molto meno rispetto al Sud. Sopra la media nazionale, del 37,3%, ci sono regioni come la Basilicata (56,9%) e il Molise (56%), mentre in coda ci sono Trentino Alto Adige (24,5%) Friuli Venezia Giulia (28,9%). Problematica anche la programmazione di cinema in tv, con solo 34 prime visioni di film italiani in tv nel 2011 (il numero dei film sui canali satellitari continua a crescere, mentre diminuisce sulle reti generaliste: se Sky nel 2011 ha trasmesso in prime time 206 film italiani, Mediaset ne ha trasmessi 60 e la Rai solo 34), e una quota intorno al 20% di programmazione, contro il circa 40% di quota nazionale in sala. Proprio il basso interesse della tv nel programmare il nostro cinema è una delle ragioni per cui ”è sempre più difficile fare coproduzioni con gli altri Paesi”, ha sottolineato il produttore Nicola Giuliano.
TOTALE DATI ANICA 2011_cinema italiano
Correzione pag 17_DATI 2011