Mi capita spesso di “inforcare” un cucchiaio e pensare all’Inghilterra dove lo spoon , appunto, è oggetto comune usato più della classica e benemerita forchetta.

Non solo zuppe, brodini, macedonie e dolci ma soprattutto pasta e poco importa che sia lunga corta o mezzemaniche il cucchiaio resta a tavola e rimane ben saldo nelle mani dei commensali perché utile sin dalla giorno della sua creazione forgiata da un cinese (mica è certo…) stanco di veder sfuggire dalle sue mani a coppa metà di tutti gli intingoli preparati dall’amata moglie.

Il cucchiaio, un nome una garanzia, è certamente uno strumento comodo, lineare, sinuoso, quasi morbido forgiato da anni di esperienza dal nostro palato. Si insinua dolcemente posando i manicaretti in quantità adeguata senza dover girare e girare le punte della fredda e violenta sorella   forchetta nata da secoli di esperienza dopo la mono lancia nella sua versione a 5 .

Una battaglia quella tra cucchiaio e forchetta che negli ultimi anni non ha più competizione grazie al nostro benemerito commendator pallone simbolo a tutto tondo del nostro paese e non solo. Eh già, come canta Vasco, sono ancora qui a narrare del pallone che si è impossessato di tanti piccoli simboli, oggetti, che gravitano perenni nella nostra quotidianità come il cucchiaio diventato famoso grazie a giocatori come Alen Boksic, sempre in primis, e poi al suo maneggiatore preferito il detto Pupone Nazionalpopolare Totti dicasi Capitano Francesco. Il cucchiaio come forma di gesto atletico arrogante , presuntuoso, quasi un gesto di sfida come per gli Inglesi che mai e poi mai accetteranno di mangiare la carbonara o una cacio e pepe con la forchetta ! Un insulto per il portiere sul rigore battuto a cucchiaio che rimane annichilito, insieme ai suoi fans, mentre il pallone crea un arco a mo’ di cappello sulla sua testa ciondolante e disperata insinuandosi alle sue spalle in rete. Una disfatta su tutti i fronti che porta il suo promotore ai fasti e gloria imperitura riempendo pagine di giornali e video sui network ma… c’è sempre un “ma” dietro l’angolo che salva baracca e burattini.

Il “ma” è l’imponderabile scritto nella legge di Murphy che come una forchetta appuntita trafigge i cucchiaroni nel momento in cui la cucchiaiata finisce come un tenero agnello nelle mani del portiere che senza batter ciglio guarda l’avversario e trasmette in un attimo bloccato dal mutismo generale tutta la sua vendetta al rigorista che lentamente nasconde la faccia con le mani a cucchiaio, guarda caso, sperando di sotterrarsi sotto i fili d’erba del campo.

L’imponderabile è sempre dietro l’angolo ma guarda caso sono proprio i ns amici anglosassoni che hanno risolto il caso mettendo tutti in pace: il cucchiaio di legno premio consolatorio, ma chiaro sfotto’ ,in voga da anni nel rugby salito alla ribalta grazie al torneo 6 Nazioni dove l’Italia, mannaggia , è detentrice di un servizio completo!

E allora cucchiaio o no, pallone tondo o ovale, iniziamo a giocare a shangai con le bacchette così che ci alleniamo velocemente al futuro dove mangeremo in ciotolone di resina prestampata riso transgenico con pollo dna controllato e qualche seme di soia colorato con residui di olio riciclato, rimpiangendo il Cucchiaio di legno di ferro o alpacca, e la forchetta appuntita, lunga o corta, testimoni silenziosi del nostro Italiano dismesso.

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