L’automobilismo viene visto dalla gente comune come uno sport d’élite, riservato a pochi, danarosi personaggi. Gente che arriva sul luogo dove si disputa la gara con l’elicottero privato, l’aereo privato, gira in auto lussuose e vive al di sopra della realtà quotidiana del 90 per cento della popolazione terrestre. Fidatevi, guardano troppa Formula 1…
La Formula 1 non nasce così come la vediamo oggi, ma come massima espressione dello Sport dell’automobile, un confronto serrato di uomini e mezzi, animato dal più puro e sano agonismo, dove il centesimo di secondo poteva costare una vita. Oggi non è più così, l’attuale massima formula è uno spettacolo circense, dove il confronto tecnico è sì importante, ma legato in modo pervicace e distruttivo alle scelte di marketing che ne hanno completamente snaturato lo spirito sportivo. Non si corre dove ci sono le piste più belle ed impegnative, ma dove c’è libertà di esposizione dei marchi degli sponsor che campeggiano sulle vetture. Anzi, molte delle piste più impegnative sono state volontariamente messe da parte in favore di circuiti-salotto disegnati da un architetto pupillo del boss della massima formula: Bernie Ecclestone.
E’ tutta una questione di soldi: money, money, money! E, insieme, di quella immagine fatta da elicotteri, aerei, yacht ed auto di lusso.
Una volta si correva in qualsiasi condizioni meteo, oggi, scusate la volgarità, se un cane fa pipì sulla pista esce la safety car e le monoposto rallentano e si mettono in fila indiana. Il tutto dietro la supersportiva GT del costruttore che ha pagato di più in cambio di qualche inquadratura televisiva. Vogliamo parlare delle investigazioni dei commissari sportivi? Solo a sentirne parlare mi scappa da ridere… Una volta il sorpasso era frutto di studio, capacità, coraggio e destrezza, oggi si è ridotto al saper aumentare la velocità di punta “spianando” l’alettone posteriore il prima possibile, ma, sia ben chiaro, solo in alcune zone riservate allo scopo… Insomma, mi perdonino quelli che ancora ci credono, la Formula 1 di oggi tutto è fuorché sport dell’automobilismo. Spettacolo, più o meno bello, ma spettacolo. Punto.
Io invece vorrei parlarvi dell’Automobilismo, quello fatto da domeniche passate con il sole o la pioggia ad una gara che si disputa su di una strada provinciale o statale, dove i box sono spesso un gazebo smontabile acquistato in un supermercato ed il preparatore è l’amico meccanico più dotato di attributi che si conosce. Chiaramente ci sono anche gli organizzati, quelli con il furgone, e, salendo di scala, i team con i camion o i bilici, i meccanici professionisti in divisa, in una spirale che lo può snaturare economicamente aumentandone i costi, ma sempre nell’ambito dello sport dell’automobile, del confronto agonistico, dove il teatro trova poco spazio.
Ecco, è qui che l’automobilismo smette di essere elitario e diventa uno sport popolare, trasversale, che raccoglie dal piccolo meccanico appassionato che fa enormi sacrifici per preparare la vettura con la quale corre lui stesso, al ricco imprenditore che corre nel team attrezzato di tutto punto e che ha l’area hospitality con bar e poltroncine. In mezzo di tutto: rappresentanti di commercio, professionisti, autotrasportatori, commercianti, dipendenti pubblici e non, in una rappresentazione completa della società italiana dove, per una volta, si è tutti uguali con il volante tra le mani.
La passione li spinge ad essere lì, a trainarsi sul carrello agganciato all’auto di tutti i giorni la vettura da corsa. Magari per centinaia di chilometri, per tornare la sera a casa stanchi ma soddisfatti della giornata passata inseguendo il proprio sogno e l’avversario. La stessa passione che li porta a correre su strade a volte impossibili, ma tra due ali di folla che riscaldano il cuore e portano in alto l’adrenalina, spingendo a cercare il massimo da se stessi e dal proprio mezzo. Uno spettacolo imperdibile!
Allora, per una volta, lasciate il vostro divano di casa e lo schermo da 50” a qualcun’altro ed avventuratevi sui percorsi degli slalom, delle gare in salita, dei rally locali. Certo dovrete stare in piedi, nessuno vi porterà la bibita fresca. Dovrete camminare molto, a volte per chilometri, ma il passaggio di una sola auto vi ripagherà di tutti i sacrifici fatti. Viverla da dentro, parlando con gli addetti ai lavori vi aiuterà a capire come l’Automobilismo non è assolutamente quello visto in tv, ma quello vissuto in prima persona sulle strade da corsa di tutte le domeniche: democrazia allo stato puro!