Chi ratificherà questa convenzione è convinto della necessità di perseguire come priorità una politica penale comune finalizzata a proteggere la società dalla corruzione”, malversazione che “rappresenta una minaccia per lo stato di diritto, mina i principi di buon governo, ostacola lo sviluppo economico, falsa la concorrenza e mette in pericolo le istituzioni democratiche e i principi fondanti della società”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Paola Severino, intervenendo durante il dibattito in Senato sulla ratifica della convenzione di Strasburgo e dando il pieno favore del governo alla ratifica in discussione.
Questa convenzione, ha sottolineato il ministro, individua i due punti in cui bisogna intervenire: “prevenzione e repressione”.
Una buona prevenzione “può riuscire ad abbassare le statistiche ed intervenire efficacemente”. Non solo: “Rispetto al nostro ordinamento, questa convenzione individua soltanto pochi altri elementi da integrare al nostro strumentario”. Questa Convenzione, ha detto ancora Severino, è comunque soltanto “lo schema” in cui si dovrà operare, ma “importanti saranno poi i contenuti”.
Quando si scriveranno dunque le norme, ha detto ancora il Guardasigilli, “il legislatore dovrà essere attento nel creare fattispecie efficaci e nel distinguere tra fatti penalmente rilevanti e altri che non lo sono”. Infine, da Severino è arrivato anche un richiamo alla “responsabilità che ha il legislatore di lasciare al futuro, agli altri una norma per la lotta alla corruzione che sia efficace. Per questo il governo è assolutamente favorevole a questa ratifica”.