L’Aula della Camera ha votato la fiducia al decreto semplificazioni: 479 sì, 75 contrari, sette gli astenuti; il provvedimento ora passa al Senato.
 Si tratta della decima fiducia chiesta e ottenuta dal Governo Monti, mentre per quanto riguarda l’esame a Palazzo Madama del provvedimento, il ministro della Pubblica amministrazione, Patroni Griffi, ha dichiarato che ci sarà abbastanza tempo per un esame approfondito. “Valuteramo – ha dichiarato il ministro – le proposte emendative che verranno presentate”, saranno ascoltate tutte le proposte di revisione, mentre per quanto riguarda le polemiche il ministro ha aggiunto che si è trattato di qualche divergenza e non di vere polemiche.
Tra le principali novità del testo verrà potenziata l’Agenzia Digitale per realizzare delle infrastrutture tecnologiche per i servizi digitali in settori come la mobilità, il risparmio energetico, il sistema educativo, la sicurezza, la sanità, i servizi sociali e la cultura.
 Verrà potenziata l’autonomia scolastica, con la costituzione di reti territoriali tra scuole, la nascita di un organico di rete anche per compattere fenomeni come la dispersione e il bullismo.
 Arriva la cartella clinica elettronica e viene incentivato l’utilizzo della prenotazione online e della telemedicina.
Cambi di residenza in tempo reale, richiesta certificati per via telematica, documenti con scadenza il giorno del compleanno, procedure veloci per le patenti degli ultraottantenni, tempi più lunghi di validità del bollino blu automobilistici, eliminazione di inutili duplicazioni per certificazioni dei disabili.
La certificazione antimafia e il Documento unico di regolarità Contributiva (Durc) saranno acquisiti d’ufficio dalle amministrazioni: le certezze pubbliche saranno garantite senza complicazioni per le imprese.
 I Comuni fino a 5 mila abitanti saranno obbligati a organizzarsi in forma associativa per gestire i servizi Ict che comprendono infrastrutture di rete, acquisto di licenze software, banche dati, applicativi software.
 Ai cittadini extracomunitari non verranno più richiesti i certificati per le procedure connesse alle leggi sull’immigrazione (permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari). Saranno le amministrazioni ad acquisire d’ufficio la documentazione. La disposizione entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2013 per consentire alle amministrazioni di organizzarsi.

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