MILANO. Per la prima volta in Italia una mostra che unisce arte e scienza sul tema della pelle. Pelle di donna. Identità e bellezza fra arte e scienza, alla Triennale di Milano fino al 19 febbraio, nata da un progetto di Boots Laboratories con la Fondazione Antonio Mazzotta, è strutturata in un percorso di sei sezioni che affrontano in termini transdisciplinari il tema della pelle, della bellezza e dell’identità femminile ed è accompagnata dalla presenza costante di interventi di arte contemporanea. Introduce il tutto un gioco di corrispondenze tra macro e microcosmo, tra immagini della superficie di astri e pianeti e immagini dell’epidermide vista al microscopio. Ampio spazio è dato agli artisti moderni e contemporanei che utilizzano i linguaggi più diversi, dalla pittura alla scultura, dal concettuale alle nuove tecnologie, fino al cinema sperimentale, anche con interventi site specific. Tra gli artisti in mostra: Giacomo Balla, Marcel Duchamp, Lucio Fontana, , Roy Lichtenstein, Luigi Maio, Piero Manzoni, Alberto Martini, Bruno Munari, Man Ray, Odilon Redon, Auguste Rodin, Mimmo Rotella, Alberto Savinio, Andreas Serrano, Henri de Toulouse-Lautrec, Andy Warhol. In mostra anche delle curiosità: dalle rarissime cere settecentesche della scultrice e anatomista Anna Morandi alle sale da bagno e “marchingegni d’igiene” di ieri e di oggi, provenienti da musei aziendali, al “tunnel di mostri”, realizzato in collaborazione con la Cineteca Italiana di Milano. Tavole, manoscritti, foto d’epoca, oggetti curiosi, alambicchi e prodotti per la cura di sé – molti provenienti dall’Archivio storico Boots di Nottingham – fanno da cornice alla ricca selezione di opere d’arte in mostra. Non mancano riferimenti all’ambito letterario, come l’opera di Luigi Maio La crema di Azazello (da Il Maestro e Margherita di Bulgakov), realizzata per l’occasione. Metamorfosi di pelle di donna è invece una suggestiva installazione luminosa realizzata ad hoc per la mostra che presenta la trasformazione dell’immagine di una stessa donna truccata e acconciata a seconda dello stile dell’epoca (dagli anni Venti fino ai Duemila). A conclusione del percorso il visitatore giunge in un vero laboratorio scientifico interattivo e una stanza polisensoriale. Qui è possibile ammirare opere di Bruno Munari, Karl Prantl, Pietro Pirelli e Giuseppe Penone, nonché a pezzi provenienti dall’Istituto dei ciechi di Milano e dal Museo tattile Anteros di Bologna. Infine, ogni donna può lasciare la propria impronta attraverso lo scatto di una foto istantanea del suo volto che andrà a far parte di un’installazione a parete, quale testimonianza attuale e reale. Inoltre, nei quattro fine settimana di apertura della mostra, Boots Laboratories invita un gruppo di dermatologi e cosmetologi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ad approfondire insieme al pubblico varie tematiche riguardanti l’epidermide.