Lunedì 16 gennaio il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha incontrato i rappresentanti degli Ordini professionali. Il presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa ha ribadito la posizione unitaria dell’avvocatura sintetizzata nel Manifesto approvato sabato scorso a Roma.
Per la riforma dell’avvocatura, ha dichiarato Alpa, occorre una legge dello Stato e un confronto effettivo nel merito dei singoli temi, poiché l’assetto della professione forense chiama in causa i diritti fondamentali dei cittadini costituzionalmente garantiti. Non è un caso che la professione forense sia l’unica menzionata in Costituzione.
Il presidente del Cnf ha ricordato che alla Camera giace da mesi una proposta di legge che affronta già le questioni che stanno al cuore al governo. Basterebbe approvarla con i ritocchi che si ritenessero necessari. Alpa ha anche espresso al Ministro il forte disagio per il metodo finora seguito dal Governo, di introdurre in rapida successione norme che nella loro formulazione rendono incerto un quadro che nelle intenzioni dell’esecutivo avrebbe dovuto essere invece semplificato.
Il confronto che dovrà aprirsi con il Governo deve consentire, secondo l’Avvocatura, di affrontare in modo unitario e organico tutte le materie che riguardano la riforma della giustizia e della professione forense, nel rispetto dei principi cardine posti a tutela del diritto di difesa dei cittadini.
L’Avvocatura è disponibile a individuare in tempi rapidi le soluzioni più efficaci per migliorare l’efficienza della giustizia e per varare la riforma della professione forense, se queste siano tali da rafforzare e non indebolire l’accesso alla giustizia e la tutela dei diritti dei cittadini.
Allo stesso tempo, l’Avvocatura continuerà a opporsi al varo di provvedimenti che rischiano di compromettere questo risultato.