La quotazione in borsa è una delle modalità attraverso cui un’azienda può finanziarsi, facilitando la raccolta di denaro sul mercato grazie alla diffusione globale dei titoli, normalmente finalizzata ad incrementare gli investimenti e quindi la produttività dell’azienda. Al momento dell’entrata nel mercato borsistico regolamentato, viene deciso un prezzo di vendita iniziale (o di sottoscrizione) al quale gli operatori possono acquistare le azioni. Successivamente, il prezzo (o il valore) di una singola azione potrà aumentare o diminuire, in funzione delle condizioni del mercato: ad esempio, se crolla il mercato delle automobili, in molti vorranno vendere i relativi titoli, per cui il valore tenderà a diminuire.
Gli indici di borsa rappresentano una media dell’andamento dei titoli in essi contenuti, in modo da fornire informazioni su uno specifico settore o sull’economia di un Paese. In Italia l’indice principale è il FTSE MIB, composto dalle 40 società quotate sulla Borsa di Milano a maggior capitalizzazione. Il valore dell’indice, misurato in punti, è ponderato in base alla “grandezza” delle società: se le azioni ENI, che rappresentano circa il 17,5% di tutte le azioni considerate, aumentano dell’1%, l’indice crescerà in misura maggiore rispetto ad una variazione uguale nel valore delle azioni di Bulgari, che sono lo 0,6% del totale. Attraverso tale tipologia di indici si intende racchiudere lo “stato di salute” di un’economia nel suo complesso, al di là dei singoli settori, utilizzando le aziende più importanti come termometro. Se il valore globale cresce, vuol dire che è aumentata la domanda di azioni, sintomo della fiducia che gli investitori ripongono nella capacità produttiva nazionale. Le principali piazze mondiali dispongono di strumenti simili, come lo S&P 500 negli USA, il FTSE 100 a Londra ed il NIKKEI 225 a Tokyo.
La complessità dei mercati ha poi portato allo sviluppo di indici settoriali, in quanto può accadere, ad esempio, che crollino i titoli bancari ma non gli automobilistici. I più noti in questa categoria sono gli indici americani: il NASDAQ-100 comprende le azioni delle principali società “tecnologiche” non finanziarie, tra cui Google, Apple e Microsoft, mentre il DOW JONES è composto da 30 titoli “industriali” quali Coca-Cola, IBM e McDonald’s. Quest’ultimo indice è il più noto di Wall Street (formalmente NYSE – New York Stock Exchange). (luigi borrelli)