I titoli, in economia, rappresentano dei veri e propri contratti, per i quali un soggetto acquista il diritto a ricevere una prestazione. I titoli del debito (come BOT e BTP) danno diritto a ricevere un rendimento (o interesse), in percentuale rispetto al valore iniziale.
Ad esempio, comprando un “Bund” tedesco per 100 euro che rende il 5%, con scadenza a un anno, si ottiene il diritto a ricevere 105 euro. Sullo stesso mercato si potrebbe comprare un “BOT”, di pari valore e pari scadenza, che però rende il 7%.
Lo spread è la differenza tra i rendimenti dei titoli, misurata in punti base, per cui 100 punti equivalgono all’1%: nell’esempio dunque lo spread del BOT rispetto al Bund è di 200 punti base (2%).
Il “differenziale” è una misura del rischio di credito, per cui la probabilità percepita che lo Stato italiano non paghi (fallisca) è maggiore rispetto a quella tedesca. Per accollarsi questo rischio, l’investitore chiede il 2% in più, altrimenti compra titoli tedeschi, meno remunerativi ma più sicuri. La spesa ulteriore sopportata dallo Stato ricade poi sui conti pubblici, aggravando la posizione del debito pubblico. (luigi borrelli)