12.600 famiglie islandesi offrono le loro case e le loro risorse. Tutte questi cittadini islandesi hanno raccolto un appello lanciato dalla scrittrice e professoressa Bryndis Bjorgvinsdottir, e hanno scritto al Ministro per gli Affari sociali, Eyglo Hardadottir, chiedendo al governo di poter ospitare personalmente rifugiati siriani. : «I rifugiati sono risorse umane, esperienza e capacità. I rifugiati sono i nostri prossimi sposi, migliori amici, anime gemelle, o i batteristi della band dei nostri figli, i nostri colleghi o miss Islanda 2022, l’idraulico che ci sistemerà il bagno o il pompiere», recita la petizione. Che non è fatta solo di parole, perché le offerte di molte persone riguardano anche i «biglietti aerei».
L’isola atlantica doveva accogliere solo 50 rifugiati, ma la petizione a cui hanno aderito 12600 famiglie sta facendo discutere il Governo dell’Islanda.
il Ministro del Welfare Bjorgvinsdottir, parlando alla televisione pubblica islandese (Ruv), aveva spiegato come la gente ne abbia abbastanza «di vedere certe notizie di morte dal Mediterraneo e dai campi dei rifugiati ». Il governo islandese sta valutando le richieste ricevute – ha spiegato Hardadottir – e sta considerando di chiedere una revisione al rialzo della propria quota umanitaria: «Sia chiaro che non fornirò una cifra massima – ha detto alla stessa Ruv – ma percorreremo ogni strada possibile per accogliere più rifugiati». ll premier Sigmundur David Gunnlaugsson ha promesso che il Consiglio di Gabinetto di martedì ne parlerà: «Intendiamo proporci come forza positiva nella politica estera internazionale, e quella dei migranti è la questione più urgente. Penso che ci sia grande consenso sul fare di più nel rispondere al problema: dobbiamo solo trovare come farlo al meglio».
Fonte: Corriere della Sera